C'è una categoria di lavoratori di cui non si parla molto nel Bel Paese. Si tratta delle badanti. Spesso mal viste per la loro nazionalità di origine, tuttavia le badanti sono una risorsa attiva, come fonte di lavoro e di aiuto per molte famiglie italiane che hanno un anziano in casa o un proprio parente disabile, malato o non autosufficiente, e che assumono una badante. Un lavoro che però non viene sempre adeguatamente tutelato.

Il lavoro in nero delle badanti

In italia si contano circa un milione di badanti che lavorano senza essere dichiarate.

Il dato è attuale ed è stato fornito da Confcooperative Federsolidarietà, la confederazione formata da più di seimila cooperative sociali che favoriscono lo sviluppo delle persone, dei territori e dell'economia in generale. La famiglia che assume la badante è assimilabile a un datore di lavoro. Perciò deve assumere con regolare lettera di assunzione il lavoratore e fare una comunicazione preventiva di assunzione all'Inps. Il lavoro in nero o non dichiarato deriva dal fatto che il datore di lavoro domestico, ossia la famiglia, paga la retribuzione alla badante che normalmente si aggira intorno ai 700 euro senza però versare i contributi previdenziali e altri oneri che gli costerebbero in più circa 200 euro.

Rischi dell'assunzione in nero

Il lavoro in nero crea problemi non solo al lavoratore, per mancanza di tutele previdenziali e assicurative, ma anche al datore di lavoro domestico. Ma assumere in nero significa per il datore di lavoro domestico accollarsi dei rischi quali la sanzione amministrativa, nel caso in cui il datore non soddisfi la comunicazione obbligatoria fatta in tempo presso l'Inps, civile, qualora il datore non versi i contributi per il lavoratore e, nel caso di lavoratore clandestino, anche penale, con rischio di reclusione.

Il problema dei lavoratori domestici è in molti casi la mancanza di un regolare contratto di lavoro. Nonostante ciò la realtà è evidente, sia al nord che al sud Italia. La spesa media dei Comuni per il welfare è aumentata negli ultimi dieci anni come ci informa Il Sole 24 Ore. Nel biennio 2013-2015 la spesa media pro capite a livello nazionale è di 114 euro al nord e 50 euro al sud.

Il governo però negli ultimi due anni non è stato fermo a guardare ed ha introdotto una misura, il cassetto previdenziale, per permettere alle famiglie di tenere sotto controllo lo stato dei pagamenti dei contributi previdenziali e loro scadenze.

Regolarizzare una badante, una colf o una baby sitter conviene sia al datore di lavoro domestico sia a chi viene assunto. I primi evitano pesanti penali, possono inoltre dedurre nella propria dichiarazione i contributi pagati per i propri lavoratori domestici. Quest'ultimi possono essere trattati allo stesso modo dei lavoratori subordinati, possono beneficiare di diritti, come la gratifica natalizia, ventisei giorni di ferie, malattia, infortunio, congedo matrimoniale, congedo parentale, la tredicesima mensilità, l'indennità di disoccupazione Naspi, la liquidazione o tfr alla cessazione del rapporto di lavoro.