Con l’arrivo dei mesi estivi, quelli che normalmente le famiglie italiane dedicano alle loro ferie, sono in aumento le richieste di lavoro nel settore domestico. Le richieste di colf, baby sitter e badanti in questi periodi aumentano di molto poiché molte famiglie sono costrette a lasciare figli, anziani o invalidi a casa, per poter andare in ferie. Basti pensare a coloro che, per via del lungo viaggio per le vacanze, non possono portarsi dietro il genitore anziano e malfermo. Un altro caso molto frequente è quello di famiglie che devono sostituire il lavoratore in ruolo con un altro, perché stavolta è il primo ad andare in ferie.

Oppure famiglie i cui componenti sono lavoratori stagionali che non sanno a chi affidare i figli durante il loro lavoro estivo. Ecco che la richiesta di colf, baby sitter e badanti con contratti a breve termine, in estate aumenta esponenzialmente. Nel frattempo, come riporta il quotidiano Repubblica, sono in aumento le badanti di nazionalità italiana. La crisi economica, lavorativa e la disoccupazione, spingono molte donne italiane a scegliere questa via lavorativa che prima non veniva considerata.

Le regole per assunzioni e stipendi a termine

Per quanto riguarda lo stipendio di questi lavoratori, nonostante i loro servizi servano solo per un breve arco temporale, si fa riferimento sempre alle tabelle retributive del CCNL di settore.

Tabelle con gli importi minimi da erogare che hanno avuto un aggiornamento recente in base al tasso di inflazione Istat. Dopo l’abolizione dei voucher Inps, molto utilizzati nel settore, oggi si ricorre ad un vero e proprio contratto a tempo determinato, come sempre da redigere anche come semplice lettera di assunzione. Nel contratto vanno indicati gli estremi di datore di lavoro e lavoratore, il luogo di lavoro, la data di assunzione, le mansioni da svolgere, tutte le voci relative al salario da erogare e, in via eccezionale, la scadenza del contratto.

Per coloro che invece hanno la necessità di sfruttare un lavoratore solo per qualche ora al giorno, esiste il Contratto di Collaborazione che, come previsto dalla normativa, non prevede vincoli di subordinazione. Resta inteso che i datori di lavoro, in qualsiasi caso, per regolarizzare il rapporto di lavoro devono comunicare all’Inps i dati relativi al contratto e pagare i contributi previdenziali.

In aumento le badanti italiane

Il lavoro domestico ormai è equiparato a qualsiasi altra attività lavorativa e si è dotato di un proprio contratto collettivo. Un po’ il riconoscimento di queste attività, che prima non erano equamente considerate, ed un po’ la crisi occupazionale di questi anni hanno prodotto un netto aumento di italiani che scelgono questo lavoro. Lo riporta una analisi condotta dall’Osservatorio Nazionale dell’Inps che segna un incremento del 7% di badanti italiane nel 2017 che è l’anno preso a riferimento dallo studio. Nonostante che dal 2013 si sia registrato un calo dei datori di lavoro nel settore domestico, il dato in controtendenza è che da anni il numero di lavoratori italiani continua ad aumentare. Secondo l’Inps, come riporta Repubblica, nel 2017 sono oltre 230mila le badanti regolarmente assunte e di nazionalità italiana.