Quota 100 e Quota 41 sono più che mai al centro della discussione politica in merito ai provvedimenti che intende prendere, nei prossimi mesi, il Governo Conte in tema previdenziale. A questo proposito, il quotidiano 'Avanti!' ha espresso le proprie perplessità in merito all'introduzione della quota 100 per tutti. La questione non sarebbe legata solamente alla platea di lavoratori che potrà accedere all'assegno pensionistico, secondo il piano programmatico dell'esecutivo, ma anche all'importo della pensione stessa che ciascun lavoratore andrà a percepire.
E proprio qui nascono le perplessità in merito all'introduzione della nuova quota 100 per tutti.
La riforma delle pensioni del governo Conte potrebbe provocare degli effetti collaterali
Infatti, secondo 'Avanti!', quota 100 non sarebbe conveniente per le nuove generazioni che, come purtroppo ben sappiamo, sono costrette ad affrontare i problemi relativi alle loro carriere discontinue. Inoltre, l'introduzione della quota 100 per tutti andrebbe a ribassare l'importo mensile della pensione spettante al lavoratore.
'Avanti!' ha preso come esempio un soggetto che oggi percepisce una pensione pari a €. 1289 al mese: con la nuova quota 100 l'importo scenderebbe in maniera consistente, attestandosi a 1089 euro (ben 200 euro in meno rispetto all'importo attuale).
Dunque, la riforma del governo gialloverde, proposta da Lega e Movimento 5 Stelle, potrebbe avere degli effetti collaterali particolarmente significativi. Anche il quotidiano Repubblica ha appoggiato questa tesi, giustificandola con il ricalcolo della pensione, attraverso il sistema contributivo, di quanto versato dal lavoratore tra il 1996 e il 2011.
Quota 100, meno soldi e rischio contenziosi
E' indubbio che l'introduzione del meccanismo di ricalcolo col sistema contributivo potrebbe tradursi in un taglio medio sull'importo della pensione pari al 9-10 per cento: un taglio significativo che, forse, molti pensionandi non hanno preso in considerazione nel sostenere l'introduzione del meccanismo di quota 100 per tutti.
Un altro aspetto da non sottovalutare è la possibilità che la nuova normativa possa dare origine ad un contenzioso infinito in quanto occorre tenere presente che, tra il 1996 e il 2012, più di 3 milioni e mezzo di italiani sono andati in pensione con un assegno decisamente più generoso di quello che potrebbe spettare a tutti coloro che usciranno dal lavoro con la nuova quota 100.