Tra smentite e conferme, tra mezze retromarce e accelerate improvvise, continua a tenere banco la riforma Pensioni del nuovo Esecutivo Conte. Un susseguirsi di indiscrezioni e dichiarazioni da parte dei massimi esponenti dei partiti di Maggioranza che fanno da contorno a quota 100 e quota 41, le due nuove misure previdenziali che il nuovo Esecutivo ha inserito nel suo contratto di Governo e che adesso devono essere preparate. Oggi è intervenuto ad “Agorà” su Rai Tre, il leader della Lega e Vice-Premier Matteo Salvini e l’argomento previdenziale è stato tra i più interessanti tra quelli affrontati.

La Lega in pressing su quota 100

Il noto quotidiano Economico “Milano Finanza”, nella sua edizione digitale odierna rimarca proprio le dichiarazioni del leader leghista. Salvini ha dichiarato di essere in attesa che ai Ministri vengano assegnati i relativi uffici per dare il via alla riforma previdenziale, allo smontaggio della Legge Fornero come la chiama lui. Cancellare la pesante riforma del Governo Monti dell’ormai lontano 2011 partendo da quello che sempre di più appare un cavallo di battaglia leghista, cioè quota 100. Il progetto riformatore che comprende proprio la quota 100 che consentirebbe di andare in pensione sommando età e contributi, mira ad introdurre nel sistema maggiori elementi di flessibilità nel sistema previdenziale che oggi appare molto rigido così come lo ha impostato l’ultima riforma della Fornero.

Per questioni di coperture finanziarie e di spesa pubblica, quota 100, almeno dalle indiscrezioni che trapelano, dovrebbe fissare a 64 anni di età la minima per il suo utilizzo. Un cavillo che renderebbe la misura appannaggio solo di soggetti che hanno 64, 65 e 66 anni di età e rispettivamente 36, 35 o 34 anni di versamenti contributivi.

L’articolo del quotidiano inoltre riporta alla memoria una vecchia idea di riforma prevista da Cesare Damiano e dal suo DDL 857. Quota 100 infatti non è una novità assoluta come misura previdenziale perché fu l’allora Presidente della Commissione lavoro della Camera, Cesare Damiano a prevedere una misura di pensionamento flessibile con quel nome.

Anzi, a vederla bene, la proposta di quota 100 di Damiano sembra più vantaggiosa di quella in lavorazione con il nuovo Governo. Si partiva da una età anagrafica minima di 62 anni e da minimo 35 anni di contributi previdenziali, sempre raggiungendo contestualmente la famosa quota 100.

Le coperture

Se Di Maio in queste ultime ore sembra frenare, perché non è sicuro che la quota 100 entrerà nella Legge di Bilancio di fine anno, come lui stesso ha dichiarato in una recente intervista al “Sole 24 Ore”, Salvini procede come un treno. Ad Agorà Salvini ha confermato la sua intenzione di partire immediatamente con la riforma previdenziale, cioè entro la fine di questo 2018. Ed il contenitore è sempre lo stesso, la manovra di fine anno, cioè la Legge di Bilancio.

Il problema di questa riforma sono sempre le coperture economiche dei provvedimenti che secondo i proponenti costeranno 5 miliardi di euro l'anno. Ecco perché già si ventilano le ipotesi di azzerare l’Ape Sociale.