Per la previdenza italiana sono giorni molto importanti perché si sta delineando la riforma delle Pensioni che hanno in cantiere Lega e Movimento 5 Stelle. Sembra prendere corpo l’ipotesi che Quota 100 venga inserita in un pacchetto pensioni nella prossima Legge di Bilancio, per lanciare la novità già ad inizio 2019. Quota 41, invece ,sarebbe lanciata a 2019 inoltrato, non essendo possibile di colpo cambiare radicalmente tutto avviando le due misure allo stesso tempo. Questione di coperture economiche che sono argomento delle prime polemiche che accompagnano il cantiere previdenziale.

Ma non sono le uniche, perché dalla Cgil ne arrivano altre dal punto di vista strettamente tecnico. Il segretario confederale del sindacato, Roberto Ghiselli, è intervenuto a Radio Articolo 1 nella trasmissione “Italia Parla” ed ha rimarcato alcuni concetti che la Cgil aveva già espresso da tempo circa le evidenti penalizzazioni cui saranno soggetti i lavoratori che accederanno alle pensioni con le due quote una volta avviate.

Le misure e come funzioneranno

In primo luogo, le misure sembra stiano per nascere con paletti e vincoli volti a limitare il costo da sostenere. Quota 100 nascerà, a meno di clamorosi colpi di scena, con una limitazione pesante, perché sarà una misura che potrà essere sfruttata solo a 64 anni di età.

La quota 100 per tutti, come ampiamente pubblicizzata durante la campagna elettorale, è già stata accantonata per evidenti problemi di bilancio. Salvini l’altra sera, a Porta a Porta su Rai Uno, ha confermato la volontà di intervenire subito in manovra finanziaria lanciando la pensione per coloro che sommando età e contributi raggiungono quota 100.

Ripetiamo, solo a partire dai 64 anni e, pertanto, saranno necessari 36 anni di contribuzione. Un altro paletto è quello della contribuzione figurativa per malattia, disoccupazione e cassa integrazione, dei quali solo due potranno essere inclusi nel conteggio. Maternità e servizio militare, sembra, saranno gli unici periodi di contribuzione sempre validi, anche se figurativi.

Stesso ragionamento e stesso discorso per quota 41, anche se la misura, in questo caso, salvo clamorosi dietrofront, non partirà immediatamente. Il problema coperture è sempre quello più difficile da risolvere quando si tratta di avviare una riforma, tanto è vero che paletti o no, i tecnici dello Stato considerano il progetto del duo Salvini-Di Maio, irrealizzabile o quasi.

E le pensioni saranno più basse

Secondo Ghiselli, potrebbero essere molti i soggetti che addirittura sarebbero penalizzati dalle novità in cantiere. Basti pensare a invalidi, disoccupati, soggetti con disabili a carico o alle prese con i lavori gravosi che non potranno più sfruttare l’Ape sociale. Infatti, l’anticipo pensionistico sociale, quello a carico esclusivo dello Stato, scadrà il prossimo 31 dicembre e, da parte dell’esecutivo Conte, non sembra esserci l’intenzione di prorogare la misura.

Per le categorie prima citate, la quota 100 sarebbe peggiorativa in quanto con l’Ape sociale si poteva accedere alla pensione a 63 anni. C’è poi un altro problema, sempre come spiega Ghiselli, ed è quello del calcolo degli assegni pensionistici che sarebbero erogati con quota 100. Gli assegni, infatti, dovrebbero essere calcolati con il sistema contributivo per tutto il montante dei versamenti previdenziali del beneficiario. In parole povere, un cavillo che nemmeno la tanto odiata riforma Fornero aveva messo in atto. Infatti, con l’ultima riforma previdenziale del governo Monti, si stabilì nei contributi successivi al 2012, quelli da calcolare con il penalizzante sistema contributivo, lasciando fuori quelli degli anni precedenti.

Adesso, anche chi si trova ad aver versato 18 anni prima del 1995 e quindi si trova nel cosiddetto sistema misto, potrebbe subire quello che a tutti gli effetti è un taglio di pensione. Ghiselli, infine, sottolinea un altro aspetto contorto della riforma che sembra agevolare chi ha carriere continue e lunghe rispetto a chi non riesce a trovare lavoro stabile, come sono i giovani o i residenti nelle aree svantaggiate dello stivale: il Mezzogiorno.