Luigi di Maio, ministro del Lavoro e del Welfare, è tornato a parlare di "reddito di cittadinanza". Da ospite di Porta a Porta il leader del Movimento Cinque Stelle ha potuto enunciare nuovamente il suo punto di vista sul tema grazie alle domande di Bruno Vespa. Nel corso della trasmissione si è posto l'accento sulla necessità di rifondare i Centri per l'Impiego. Alcuni servizi, operati dai giornalisti Rai, hanno posto in evidenza come si tratti di uffici pubblici su cui i cittadini nutrono scarsa fiducia.
Il leader pentastellato ha espresso il proprio desiderio di mutare radicalmente il sistema, avviando le riflessioni attraverso degli incontri con il suo omologo tedesco e con gli assessori al "Lavoro" regionali.
Dare una speranza ai giovani
Di Maio, nel corso della lunga intervista, ha inteso evidenziare come il reddito di cittadinanza non sia sinonimo di mera concessione di denaro a chi non lavora. Secondo il suo punto di vista si tratterebbe di uno strumento in grado di dare una speranza a più classi anagrafiche. Che si tratti di sessantenni o cinquantenni che hanno perso il lavoro o finanche di una misura finalizzare a limitare l'espansione dei neet.
Termine inglese attraverso cui si tendono ad individuare i giovani che, sotto i trent'anni, non studiano e non lavorano. L'idea di Di Maio è quella di istituire degli accordi con le aziende attraverso cui chi percepirebbe eventualmente un reddito di cittadinanza sarebbe tenuto a frequentare dei seminari formativi presso dei privati. Si tratterebbe di un'opportunità, attraverso cui, soprattutto i più giovani avrebbero la possibilità di scoprire quel talento per qualcosa che l'attuale sistema non consente di tirare fuori. Le persone, a quel punto, potrebbero essere inserite all'interno di una nuova banca dati in cui verrebbero censite le competenze acquisite. Un punto focale delle novità sarebbe rappresentato da un nuovo sistema integrato tra le varie regioni:.
Un qualsiasi lavoratore di una regione potrebbe ricevere una chiamata da un'altra, oggi non potrebbe essere così . Dopo l'eventuale terza proposta rifiutata si finirebbe per perdere il diritto al "reddito di cittadinanza".
Reddito di cittadinanza: un equivoco di fondo
Di Maio, con evidente soddisfazione, ha detto di aver spiegato in maniera dettagliata il "reddito di cittadinanza" alla Lega. Salvini e i suoi, dopo averne conosciuto i dettagli, avrebbero accettato e capito la proposta. Il Ministro ha messo in rilievo il fatto che nessuno attraverso questa forma di sussidio se ne starebbe a casa, percependo denaro per stare seduto sul divano. Tra i concetti evidenziati davanti alle telecamere di Porta a Porta c'è stato quello relativo al fatto che una persona eventualmente ritenuta idonea sarebbe per nove ore settimanali a disposizione dei sindaci italiani per offrire lavoro socialmente utile.
Il tutto si tradurrebbe evidentemente in un risparmio per gli enti locali. Di Maio non ha negato che si tratterebbe di una misura con dei costi per lo Stato, ma ha voluto evidenziare che non esisterebbe nessuna destinazione migliore degli investimenti che nel futuro dei giovani. E sui tempi ha espresso la speranza di portarlo nella Legge di Bilancio entro fine anno.