Periodo di grandi novità per le Pensioni e non poteva essere diversamente visto che il nuovo Esecutivo sta per dare vita ad una specie di nuova riforma. Nulla di certo perché siamo ancora nel campo delle ipotesi, perché anche quota 100 è una misura di cui tanto si parla, ma che deve ancora essere perfezionata. Dopo la proposta del PD e del duo Damiano-Orlando che verteva su una quota 100 a partire dai 63 anni e non dai 64 come sembra stia per fare il nuovo Esecutivo, arrivano altri suggerimenti in campo previdenziale, stavolta da FDI. Fratelli d’Italia, il partito di Giorgia Meloni, che affiancava la Lega in campagna elettorale suggerisce di estendere opzione donna anche agli uomini.

La proposta

Secondo alcune indiscrezioni Fratelli d’Italia proporrebbe al Governo giallo-verde di estendere anche agli uomini opzione donna. La misura, di cui già si parla perché è tra quelle che vorrebbe avviare il Governo in questa fase riformatrice della previdenza, dovrebbe essere generalizzata e senza distinzioni di genere. I vantaggi in termini di uscita dal lavoro dovrebbero essere estesi anche agli uomini. Secondo FDI, se la lotta per la parità di genere ha un senso, questo deve valere su tutti i campi. Compresa la previdenza. Questo il principio ispiratore della proposta, oltre che naturalmente, creare soluzioni volte a dare flessibilità al sistema ed a superare la Legge Fornero.

Da FDI l’idea sarebbe quella di presentare una risoluzione, che sarebbe un atto di indirizzo verso il Governo e non una semplice proposta di intervento normativo.

Come sempre accade per ogni proposta o idea, il problema delle coperture è sempre quello da superare. Per quota 100 per esempio, servirebbero 5 miliardi di euro, almeno secondo le stime di Lega e Movimento 5 Stelle. Sulla proposta di FDI non trapelano cifre ma secondo una analisi del sito “orizzontescuola.it” i vantaggi per il sistema potrebbero venire dal fatto che consentire l’uscita anticipata dal lavoro favorirebbe il cosiddetto turnover, con apertura di spazio ai giovani.

Misura low cost

La riforma in cantiere con il nuovo Governo prevede anche opzione donna, misura già adottata anni fa e che poi è stata congelata. In sintesi la misura prevede l’uscita dal lavoro a 57 o 58 anni di età con 35 anni di contribuzione versata. Uno sconto in termini di uscita dal lavoro che non è a costo zero. Infatti l’assegno previdenziale verrebbe calcolato senza deroghe, con il sistema contributivo per tutti gli anni di contributi versati.

Un importo calcolato esclusivamente con il metodo contributivo è naturalmente altamente penalizzante, con un taglio di pensione che può andare dal 25 al 35% di quanto realmente spettante. Una misura dunque a basso costo per le casse dello Stato perché le riduzioni di assegno per ciascuna donna optante, nel medio-lungo periodo portano vantaggi economici in termini di spesa pubblica. Lo stesso accadrebbe con la risoluzione di Fratelli d’Italia, con la pensione calcolata anche per gli uomini con il sistema svantaggioso previsto per le donne.