Il Governo Conte continua a lavorare sul cantiere delle Pensioni con lo scopo di inserire il meccanismo di quota 100 nella prossima Legge di Stabilità sulla quale si inizierà a lavorare in autunno. Anche il Partito Democratico ha messo le mani avanti sul pacchetto della previdenza avanzando le sue proposte.

Damiano e Orlando firmano il ddl

Come riportato da "Pmi.it", infatti, i deputati Dem Cesare Damiano e Andrea Orlando hanno firmato un disegno di legge riguardante la previdenza dove sono contenute molte richieste sull'uscita anticipata a partire dai 63 anni di età anagrafica, sulla proroga del regime sperimentale donna, sulla conferma dell'Ape Sociale, sul taglio alle cosiddette pensioni d'oro e sull'uscita con quota 41.

La proposta di legge formulata dalla minoranza Dem verte sull'uscita anticipata a partire dai 63 anni di età anagrafica accompagnati dai 37 anni di versamenti contributivi, una proposta molto simile a quella formulata da Lega e Movimento 5 Stelle, seppur con qualche differenza sui requisiti di accesso.

Il Partito Democratico, inoltre, si è dimostrato favorevole anche sulla quota 41; una misura riservata ai lavoratori precoci che consente loro di accedere alla pensione anticipata dopo il raggiungimento di 41 anni di contributi a prescindere dall'età anagrafica. Tra le richieste, anche la conferma dell'Ape sociale e dell'Ape volontario, oltre alla proroga dell'opzione donna e all'approvazione della nona misura di salvaguardia volta a tutelare gli esodati rimasti esclusi nelle precedenti clausole di tutela.

Per Orlando e Damiano il Governo si sta muovendo bene, anche per quanto riguarda il taglio delle cosiddette pensioni d'oro con soglia di 5 mila euro netti e sulla revisione degli scatti automatici dovuti all'adeguamento dei requisiti all'aspettativa di vita che, a partire dal 2019, determineranno un ulteriore aumento dei requisiti di accesso alla quiescenza.

Assegno di 240 euro per figli a carico

Secondo quanto riportato dall'agenzia di stampa Adnkronos, la proposta del Pd prevede anche l'introduzione di un contributo di 240 euro al mese per figli a carico da corrispondere alle lavoratrici a partire dal settimo mese di gravidanza fino al compimento dei 18 anni; l'importo verrebbe abbassato fino a 80 euro dai 18 anni ai 26 anni.

Di fondamentale importanza anche la dote unica per servizi, un assegno fino a 400 euro mensili per ogni figlio a carico da zero a 3 anni, volto a sostenere le spese per asili, baby sitter e altri servizi riservati ai minori. "Così dimostriamo con le nostre proposte le nostre idee l'alternativa politico-culturale al governo gialloverde, un'alternativa possibile, con il Pd al centro, a questa maggioranza", ha spiegato Maurizio Martina.