Il nuovo Esecutivo sta preparando la sua riforma delle Pensioni, quella di cui tanto si sente parlare. Quota 100, quota 41 e riapertura di opzione donna sono i provvedimenti che l'esecutivo vorrebbe introdurre. Tutte misure che hanno necessità di essere finanziate, perché il Governo adesso deve trovare i soldi per avviarle. Proprio le coperture sono il problema che sta spingendo l’Esecutivo a prevedere una riforma in più tappe. Quota 100 ad oggi sembra la misura più vicina ad una imminente emanazione. Il rovescio della medaglia è quota 41, che dovrebbe avere tempi di attuazione più lunghi e non prima del 2020.

Nel frattempo dal 2019 si faranno i conti con l’adeguamento dei requisiti previdenziali all’aspettativa di vita e per tutti coloro che aspirano alla pensione, sono dolori.

Aumento della vita media e aumento dei requisiti per le pensioni

Come riporta l'agenzia di stampa AdnKronos, i requisiti per le pensioni dal prossimo gennaio subiranno un aumento di 5 mesi. La pensione di vecchiaia e quella anticipata, l’assegno sociale e la pensione di vecchiaia contributiva, tranne poche eccezioni (usuranti e lavori gravosi), l’aumento delle soglie sarà per tutti. Per centrare la pensione di vecchiaia classica dal prossimo anno serviranno sempre i soliti 20 anni di contributi, ma l’età sale a 67 anni. Anche la pensione di vecchiaia contributiva, quella che si centra con 5 anni di contributi versati salirà di 5 mesi, arrivando all’età di 71 anni.

Capitolo pensioni anticipate, quelle distaccate da qualsiasi limite anagrafico. Anche qui si salirà di 5 mesi nel 2019 perché per la pensione servirà raggiungere 43 anni e 3 mesi di contribuzione versata per gli uomini e 42 anni e 3 mesi per le donne. Nemmeno la pensione anticipata contributiva che si centra a 64 anni, salirà a 64 e 5 mesi.

Da segnalare infine l’aumento a 41 anni e 5 mesi per la quota 41 ai precoci disoccupati, invalidi, e caregivers e l’aumento a 63 anni e 5 mesi per l’Ape volontario.

Riforma necessaria

Quanto detto prima è ribadito dal sito “wallstreetitalia.com” e senza interventi riformatori imminenti, la situazione per i lavoratori italiani è nettamente peggiorativa.

Il governo sta vagliando l’ipotesi di una riforma, ma ad oggi tutto è ancora fermo alle regole Fornero, compresi i già previsti inasprimenti di cui parlavamo prima. Quota 100 introdurrebbe il meccanismo della flessibilità in uscita nella previdenza sociale italiana, ma solo per chi ha almeno 64 anni di età. Su questo nelle ultime giornate va registrata la proposta del PD, a firma di Damiano e Orlando. I due ex Ministri hanno proposto la quota 100 a partire dai 63 anni. Con quanto sta ideando il Governo, la misura coprirebbe solo chi ha 64, 65 o 66 anni di età. Infatti solo costoro potrebbero sfruttare l’anticipo che offre quota 100, con rispettivamente 36, 35 o 34 anni di lavoro coperto da contributi.

Quota 41 invece non partirà subito. La misura sarebbe la nuova pensione di anzianità e sostituirebbe la anticipata. Dalle indiscrezioni di cui da notizia anche AdnKronos, la misura non dovrebbe partire prima del 2020.