Sulla riforma Pensioni il Partito democratico incalza il Governo Conte che, nel frattempo, continua a prendere tempo rispetto alle modifiche alla legge Fornero messe nero su bianco nel "contratto di governo" stipulato dalla Lega di Matteo Salvini e dal Movimento 5 stelle guidato da Luigi Di Maio. Il 26 giugno scorso, alla Camera dei Deputati, parlamentari e dirigenti del Pd, guidato da Maurizio Martina, hanno presentato diverse proposte in materia di politiche sociali tra cui quelle relative alle pensioni.

Pensioni, il Pd sfida il Governo Conte

Alla conferenza stampa a Montecitorio hanno partecipato Andrea Orlando, Anna Rossomando, Cesare Damiano, Alberto Pagani e Antonella Incerti; fanno tutti parte dell’area dei Laburisti Dem nel Partito democratico e intendono portare al centro del dibattito politico le questioni sociali.

“Uguaglianza, lavoro, inclusione”, il loro motto. Ecco quali sono le proposte, rilanciate oggi su Facebook, con cui i dem sfidano il governo gialloverde in materia previdenziale. “Le nostre richieste – spiegano i Laburisti Dem in alcune ‘slide’ pubblicate sul social network - sono precise: quota 100 con una base d’ingresso non superiore ai 63 anni di età”. Una proposta che si differenzia rispetto a quella di cui hanno parlato nei giorni scorsi Salvini e Di Maio non scendendo però nei dettagli, ovvero Quota 100 ma a partire da 64 anni.

Tra le proposte la 9^ salvaguardia esodati

I democratici propongono sostanzialmente di proseguire nel solco tracciato dal Governo Renzi prima e dal Governo Gentiloni poi e quindi di “rendere strutturale l’Ape sociale e volontaria”.

Anticipo pensionistico che, introdotto in via sperimentale nella sua doppia versione, non ha però ottenuto, almeno finora, il successo sperato. Resta ancora da risolvere ancora una delle ferite aperte della legge Fornero, quella degli esodati. “Nona salvaguardia per esodati”, è la proposta di dirigenti e parlamentari del Pd che propongono anche la “proroga Opzione donna” per la pensione anticipata delle lavoratrici per cui già ci sarebbero le risorse.

Infine, tra le proposte rilanciare, quella che prevede di “modificare il meccanismo che aggancia l’età della pensione e aspettativa di vita”. Un’altra delle proposte è quella del “ripristino delle pensioni d’anzianità con 41 anni di contributi a prescindere dall’età anagrafica”, così potrebbero andare in pensione anche i lavoratori precoci.