Le ultimissime novità ad oggi riguardano le pensioni anticipate e l’uscita con la quota 100, dal momento che Boeri continua a ribadire che questa misura peserebbe molto in termini di fiscalità e che le stime prodotte dal Governo giallo-verde sono troppo ottimistiche. Ma Brambilla (Lega) ha risposto al Presidente dell’Inps annunciando che il Governo ha in serbo in realtà un superbonus per quanti decideranno di restare al lavoro. Un modo, questo, che permetterebbe, forse, una riduzione delle persone interessate all'uscita anticipata, grazie all'incentivo del 30% netto in più in busta paga.

Vediamo i dettagli e le preoccupazioni dei lavoratori nonché dei più giovani che vedono in tale proposta la fine del ricambio generazionale tanto auspicato.

Pensioni anticipate 2018, Boeri: quota 100 troppo cara, Brambilla pensa al superbonus

Tito Boeri nei giorni scorsi si è detto molto critico nei riguardi della proposta di Governo per superare la Legge Fornero. La quota 100 porterebbe, come si evince dalle stime dichiarate nella relazione presentata alla Camera, ad una ‘migrazione in massa’ verso il pensionamento che coinvolgerebbe solo nel 2019 ben 750 mila nuovi pensionati. Ciò richiederebbe una spesa di oltre 8 miliardi all'anno, cifra destinata ad aumentare perché nel 2020 le persone interessate alla quota 100, spiega Boeri, potrebbero addirittura essere un milione.

Una cifra insostenibile per le casse dello Stato, ragion per cui è intervenuto Alberto Brambilla, della Lega, a difendere l’idea di controriforma del Governo giallo-verde. Brambilla ha confermato la spesa esosa, ma ha pure detto che vi sarà una proposta che arginerà il problema alla radice. Si tratta del superbonus per chi continuerà a lavorare.

Pensioni anticipate, 'superbonus': la proposta di Brambilla

Il superbonus è un incentivo pensato per quanti decideranno di restare sul posto del lavoro nonostante il raggiungimento dei requisiti pensionistici atti ad uscire con la quota 100. Il bonus, pari al 30% circa, sarà versato direttamente in busta paga, al posto del montante contributivo.

Le persone dunque non verseranno più i contributi e la parte anziché andare alla previdenza sarà aggiunta direttamente in busta paga. Uno stipendio, dunque, che per i fortunati che riusciranno a restare al lavoro perché in buona salute e con carriere continuative, sarà maggiorato del 30%.

Un incentivo che potrebbe divenire interessante specie per coloro che fanno lavori meno gravosi, ma che rischia di tenere sempre più lontane le nuove generazioni dall'ingresso del mercato del lavoro. Il super bonus infatti sui social non è stato accolto positivamente, né dagli anziani che da tempo chiedono invece di non essere penalizzati per uscire dopo 41 anni di lavoro, né dai giovani che si rendono conto che potrà venire meno quel ricambio generazionale da tempo richiesto.