Riforma previdenziale e welfare, questi gli argomenti dell’importante riunione del Consiglio dei Ministri calendarizzata per oggi 2 agosto. Il Premier Conte, i due Vice-Premier Salvini e Di Maio, ma anche i Ministri Savona e Tria discuteranno di flat tax, reddito di cittadinanza e flessibilità pensionistica. Un occhio ai provvedimenti da adottare, magari già con la Legge di Bilancio di fine anno ed uno ai conti pubblici. In materia previdenziale l’attesa è tanta, soprattutto per le novità in cantiere, dalla quota 100 alla quota 41. Il problema sono sempre le coperture economiche, ma nel frattempo, il sito Internet “Urban Post” ha pubblicato un articolo molto interessante che riguarda la riforma previdenziale, con una analisi che mette in luce le difficoltà nel cancellare la riforma Fornero ed alcuni dettagli poco conosciuti che riguardano presumibili riduzioni di assegno per quanti potrebbero andare in pensione con quota 100 se davvero la misura nascerà con la prossima manovra finanziaria.

Il vertice

Naturalmente l’attesa è tanta per tutti i provvedimenti che il Governo vorrebbe attuare e di cui i massimi esponenti dei partiti di maggioranza quotidianamente parlano. Nel summit di oggi, con il Premier Conte e tutti i maggiori Ministri dell’Esecutivo, si affronterà il problema della tenuta dei conti pubblici che resta l'elemento chiave di tutti i provvedimenti da adottare. La riforma del welfare con l’inserimento della flat tax e del reddito di cittadinanza e la riforma previdenziale con il sistema che va dotato di maggiore flessibilità, sono provvedimenti costosi, che mal si sposano con le attuali condizioni delle casse statali e con il debito pubblico. Un percorso ad ostacoli per le misure promesse in campagna elettorale e che oggi vanno coperte dal punto di vista finanziario.

Pil, debito pubblico, spread e clausole di salvaguardia (come l’aumento dell’Iva) sono cose che minacciano la riuscita dei provvedimenti. Come non bastasse, dopo il via libera al Decreto Dignità, i sindacati sono tornati a contestare il Governo e rivendicare alcuni provvedimenti da adottare. La CGIL per esempio ha avviato un presidio davanti la Camera dei Deputati per rivendicare il loro “No ai Voucher” ed alla scarsa considerazione che il lavoro precario di lavoratori del turismo, stagionali ed agricoli sembra avere da parte dell’Esecutivo Conte.

Lavoratori sempre penalizzati

Il sito Urban Post intanto mette in luce un fatto che pochi dicono ma che secondo calcoli, analisi e stime, potrebbe incidere molto sui futuri pensionati. Quota 100 è la misura che secondo Salvini (ma anche Di Maio che ha parlato di emergenza sociale per la riforma previdenziale) deve partire subito.

La Legge di Bilancio potrebbe essere il contenitore giusto per la misura che pertanto potrebbe entrare in vigore già nel 2019. Quota 100 però, almeno per quanto riporta l’analisi del sito, sarebbe una misura che agevolerebbe l’uscita dal lavoro per molti lavoratori, ma non senza sacrifici. Così come sembra stia per nascere, quota 100 consentirebbe l’uscita dal lavoro a soggetti con almeno 64 anni di età che sommando all’età i contributi versati, raggiungono la quota. Necessari dunque 36 anni di lavoro coperto da contribuzione. Altere combinazioni utili sarebbero 65 di età e 35 di contributi oppure 66 anni di età e 34 di contributi. Si anticiperebbe l’uscita per la pensione di vecchiaia che nel 2019 sarà a 67 anni.

Ma questo, sempre in base alle stime, potrebbe significare una decurtazione di assegno per i lavoratori. Infatti un lavoratore che percepisce 1200 euro al mese centrando la pensione di vecchiaia a 67 anni potrebbe ottenere un assegno previdenziale di circa 900 euro al mese. Anticipandola a 64 anni con quota 100, la pensione appannaggio di questo soggetto scenderebbe ad 830 euro, con una decurtazione di almeno 8 punti percentuali.