Settembre potrebbe essere il mese decisivo sull'argomento Pensioni. Il Governo Conte, infatti, sarà chiamato a decidere sul meccanismo di Quota 100 che garantirà un'uscita più flessibile a migliaia di lavoratori che hanno dovuto fare i conti con le rigide norme della Legge Fornero.

Quota 100 con ricalcolo contributivo dal 1996

Tra le varie ipotesi lanciate dai vari esponenti politici, l'esecutivo avrebbe scelto di introdurre la misura nella Legge di Stabilità 2019 con alcuni paletti: l'età prefissata per beneficiare della misura, infatti, sarebbe di 64 anni unitamente ai 36 anni di versamenti contributivi; un paletto che appare restrittivo visto che taglierebbe fuori molti lavoratori e restringerebbe la platea dei potenziali beneficiari.

Altra penalizzazione, invece, riguarda il calcolo contributivo a partire dal 1996 che porterà ad un taglio non di poco sull'assegno previdenziale.

Cosa assai diversa, invece, per la cosiddetta Quota 41 riservata ai lavoratori precoci. Secondo quanto riportato da "La Repubblica", la misura tanto attesa dai precoci potrebbe essere aumentata di ulteriori sei mesi e di conseguenza essere sostituita dalla Quota 42.

Quota 100 potrebbe costare 4 miliardi

Quota 100, invece, seppur sia una misura tanto sbandierata sia da Lega sia da Movimento 5 Stelle presenta ancora molti dubbi per via degli ingenti costi che le casse statali sarebbero costrette a sopportare. Come sottolineato nel contratto di Governo, infatti, gli oneri si aggirano fra i 4 e i 14 miliardi di euro; per quanto riguarda i requisiti, invece, si ipotizzano la maturazione di almeno 64 anni di età anagrafica accompagnati ai 36 anni di contribuzione con un massimo di 2 anni di contributi figurativi ammessi.

Con tali ipotesi, però, circa 400 mila lavoratori avrebbero accesso al pensionamento; una spesa che le casse statali non potrebbero permettersi.

Sul famigerato sistema della Quota 100, il Governo Conte sarà chiamato a decidere dopo la fine dell'estate, ovvero, a margine della riapertura del cantiere della Legge di Stabilità che, come ormai tanti sanno, dovrà contenere anche le misure sul reddito di cittadinanza e sulla cosiddetta flat tax.

Cosa diversa per la Quota 41 che, a causa dei numerosi dubbi, potrebbe subire un'ulteriore slittamento al 2020 o addirittura essere cancellata in via definitiva. Un'altra batosta per quella maggioranza di lavoratori precoci che, nonostante abbiano una lunga carriera contributiva alle spalle, non sono riusciti ancora ad accedere alla pensione.