Oggi si contano circa 2,4 milioni di lavoratori stranieri che prestano attività in Italia. Un numero crescente rispetto agli ultimi anni, basti pensare che nel 2008 erano 1,7 milioni. Così un articolo del Sole 24 Ore analizza un autentico fenomeno, quello dei lavoratori stranieri che svolgono specifici lavori che, in caso di stop all’immigrazione, rischiano di sparire. Secondo i dati della fondazione Moressa, autrice dello studio richiamato anche dal sito Tiscali.it in un suo articolo del 21 settembre, oltre il 10% delle persone oggi sotto contratto sono di nazionalità estera.

Colf, badanti, baby sitter, ambulanti, ma anche edili e lavoratori specializzati, queste le attività nelle quali è più alto il numero di lavoranti non di nazionalità italiana. Ecco il quadro relativo all’economia dell’immigrazione che la fondazione ha stilato e che presenterà al Governo il prossimo 10 ottobre.

Lavorano in percentuale più gli stranieri che gli italiani

L’occupazione straniera in Italia, questo l’oggetto dello studio che fornisce indicazioni molto precise su questo autentico fenomeno. Chiara Tronchin, professoressa e ricercatrice della Fondazione Moressa, sottolinea un dato forse poco conosciuto ma abbastanza eloquente, cioè quello che in Italia, il tasso di occupazione rispetto al numero di presenti sul territorio, risulta più alto tra gli stranieri che in Italia.

Il motivo è che la percentuale di italiani senza lavoro è altissima, la normativa sulla immigrazione nello stivale facilita gli ingressi e molte delle attività svolte da questi lavoratori, sembrano non interessare i cittadini italiani. Nello specifico, gli italiani occupati sono poco più della metà dei residenti, cioè il 58% circa, mentre tra gli stranieri questa percentuale supera il 62.

Un dato appesantito da una particolare situazione delle donne del Meridione, dove l’inoccupazione femminile supera il 60%.

Lavori poco appetibili per gli italiani

Sempre secondo i dati dello studio, la maggioranza dei lavori svolti dagli immigrati è umile e di bassa qualifica. Solo il 28% di questi stranieri è assunto come operaio specializzato, ed il 34% svolge addirittura lavori non qualificati.

Basti pensare che 7 badanti su 10 sono straniere e che il 53% dei venditori ambulanti non è italiano. L’attività prevalente risulta quella relativa al lavoro domestico, perché per esempio, nel lavoro agricolo o in edilizia, i lavoratori immigrati incidono sul numero totale degli occupati in questi settori, rispettivamente per il 32 ed il 30%. In pratica, come sottolinea la professoressa e come verrà esposto a Palazzo Chigi lo studio, bloccando l’immigrazione si corre il serio pericolo di far scomparire la stragrande maggioranza di colf e badanti ed un rilevante numero di braccianti agricoli e operai generici in edilizia.