Il reddito di cittadinanza è una misura ai primi posti come probabilità di essere inserita nella ormai imminente legge di Bilancio. Si tratta del provvedimento di cui il Movimento 5 Stelle ha fatto un autentico cavallo di battaglia. il reddito di cittadinanza è la soluzione del Movimento 5 Stelle al problema della povertà per persone e famiglie in crisi economica e lavorativa. Nelle ultime giornate su questo argomento c’è stata molta fibrillazione perché alcune dichiarazioni del Ministro dell’Economia Tria sembravano indicare un indirizzo preciso preso dall’esecutivo su questa misura.
Il nodo è l’estensione del provvedimento anche ai cittadini stranieri e non solo a quelli italiani. Il reddito di cittadinanza anche agli stranieri? E' dunque la domanda cardine della questione. Per chiarire alcuni passaggi delle dichiarazioni di Tria, il Ministro del Lavoro Luigi Di Maio ha ritenuto di intervenire in prima persona. Ecco cosa ha detto il Vice Premier al riguardo, come riportato da diversi quotidiani, primo tra tutti “Il Corriere della Sera”.
Il reddito di cittadidanza solo agli italiani
Il reddito di cittadinanza non verrà esteso agli stranieri residenti in Italia. Questa in estrema sintesi la presa di posizione di Di Maio. Naturalmente il discorso del Vice Premier è indirizzato agli stranieri che non hanno maturato i requisiti utili ad essere considerati italiani a tutti gli effetti.
L’argomento è stato trattato anche in una recente seduta parlamentare durante i canonici “question time”, cioè le interrogazioni che i parlamentari presentano ai vari Ministri chiamati a rispondere in diretta. Quanto dichiarato da Di Maio sembra più un modo per rendere la misura più fattibile dal punto di vista della sostenibilità della spesa per essa dovuta.
Un ampliamento di platea così forte come potrebbe essere l’allargamento a tutti i residenti in Italia di questa misura, la renderebbe molto onerosa per le casse dello Stato e quindi particolarmente difficile da coprire viste le scarse dotazioni economiche di cui dispone l’esecutivo in vista della manovra di fine anno.
Una apertura alla Lega
Le dichiarazioni di Di Maio, rese alla trasmissione radiofonica della Rai “Radio anch'io”, hanno pertanto ottenuto l’effetto di rassicurare i colleghi di governo della Lega di Matteo Salvini. Troppo alto il numero di non italiani presenti sul territorio. Inoltre, la questione della migrazione irregolare ha spinto, in base a quanto da lui stesso dichiarato, Di Maio a correggere parte della misura che inizialmente era destinata anche agli stranieri. Pertanto la misura nascerà per una platea limitata, ma di italiani vicini alla soglia della povertà. Per quanto riguarda l’apparato tecnico della misura, in attesa che la Nota di Aggiornamento del DEF (Documento di Economia e Finanza) di giovedì 27 settembre chiarisca meglio le possibilità di spesa in mano al governo, tutto è fermo alla versione originaria del provvedimento.
Si darebbero 780 euro al mese a soggetti in difficoltà che dovrebbero seguire obbligatoriamente percorsi di reinserimento e riqualificazione sociale e lavorativa avviati dai centri per l’impiego che nel frattempo verranno potenziati. La fruizione del beneficio economico, inoltre, sarà collegata alla reale frequentazione dei progetti di politica attiva del lavoro e all’accettazione di una delle tre proposte di lavoro che verranno offerte ai beneficiari. È in valutazione anche l’idea di destinare i fruitori di questo eventuale reddito di cittadinanza a lavori di pubblica utilità alle dipendenze dei sindaci dei Comuni di residenza. Anche in questo caso, una apertura alla linea leghista e di Salvini che chiede un reddito di cittadinanza che non tenga le persone a casa senza lavorare e a beneficiare soltanto dell’aiuto economico offertogli.