Interessante l’incontro avvenuto tra Cesare Damiano (onorevole Dem) e Domenico Proietti (segretario confederale della Uil) che si sono confrontati a 360° sul capitolo Pensioni. Il tutto è avvenuto nel corso della 6° puntata de “L’Approfondimento”, programma in onda su ReteSole condotto proprio dall'ex mistero del lavoro e della previdenza sociale.
Pensioni 2019, le proposte della Uil
Dal video che vi alleghiamo nell'articolo è possibile ascoltare integralmente il dialogo che dura circa mezz'oretta: si tratta di un botta e risposta di molto interessante.
inizialmente Proietti enuncia quali sono le priorità della Uil, punti che il sindacato vorrebbe (se solo fosse ascoltato) condividere con il Governo in carica. Per la Uil è fondamentale che si prosegua con la riforma della previdenza, si deve continuare a cambiare la Fornero nella direzione che era stata intrapresa negli ultimi due anni, in cui il dialogo tra parti sociali e Governo aveva portato ad importanti risultati. Si pensi all'Ape sociale e alla quota 41 per determinate categorie di lavoratori, quelli maggiormente in difficoltà e per quanti lavorano nelle categorie di mestieri considerati gravosi. Purtroppo, fa notare il segretario della Uil, ad oggi il Governo non ha aperto al dialogo con le parti sociali e questo potrebbe essere un grosso problema, molti dei problemi reali potrebbero non essere presi in considerazione dall'esecutivo, che potrebbe non centrare le priorità dei cittadini, fa intendere il sindacalista.
Pensioni, Proietti al Governo: per evitare pasticci occorre dialogo
Sulla Legge di bilancio, poi arriva l’avvertimento di Proietti, che invita il Governo alla prudenza: quando si sono ascoltate le parti sociali e gli imprenditori, in passato, si sono fatte buone cose, quando si è fatto da sé molto spesso si sono fatti dei pasticci, come ad esempio la Legge Fornero.
Poi aggiunge: “Pensiamo di poter contribuire positivamente a individuare delle soluzioni sul tema fiscale, sulla previdenza e sullo sviluppo”. Damiano solleva il dubbio delle risorse scarse ma Proietti dalla sua sostiene che ci siano risorse per fare alcune cose, e che non sia compito dei sindacati fare i guardiani dei conti.
Vero che oggi - aggiunge Proietti - il Governo ha proposto prima quota 100 dai 64 anni per poi rendersi conto che era una misura peggiorativa rispetto all'Ape sociale (che consentiva la pensione dai 63) ed ha quindi ridotto il requisito anagrafico a 62. Però il problema della quota 100 resta, non risolve ad esempio il problema delle donne, che non riescono (a causa delle carriere lavorative discontinue) ad accedervi, né i problemi dei lavoratori del centro-sud che non arrivano ai 38 anni di contributi richiesti. Poi conclude: 'Quota 100 può anche andare bene, ma deve essere affiancata da quota 41, dal riconoscimento del lavoro di cura, dalla proroga dell’opzione donna, e si consideri come attuale il problema dei giovani e delle loro pensioni'.