Il famigerato sistema della Quota 100 potrebbe aumentare la spesa pensionistica fino ai 13 miliardi rispetto ai 6,7 miliardi di euro previsti per il 2019 dalla nuova Legge di Stabilità. Anche l'impatto sulla crescita sarebbe incerto nei prossimi due anni e con l'aumento della spesa pensionistica le giovani generazioni potrebbero rimanere ancora una volta penalizzate dal fatto che risulterà non proprio semplice trovare un'occupazione.

Fmi avverte: 'l'impatto sulla crescita porterà effetti negativi'

È quanto contenuto nella relazione del Fondo Monetario Internazionale riportata dall'agenzia di stampa Ansa.

Difatti, l'impatto sulla crescita economica previsto nel prossimo biennio potrebbe portare ad effetti negativi anche nel medio periodo qualora lo Spread continuasse a salire. Come ormai noto, la Quota 100 permette l'uscita anticipata dopo il raggiungimento di almeno 62 anni di età anagrafica unitamente ai 38 anni di versamenti contributivi mirando al superamento della precedente Riforma Fornero; una misura sbandierata dalla Lega e dal Movimento 5 Stelle che dovrebbe arrivare con un decreto ad hoc collegato alla nuova manovra finanziaria entro dicembre.

Un effetto negativo si registrerebbe anche sulle giovani generazioni visto che, con livelli di Spread così elevati, si avrebbe meno spazio per politiche di crescita e di conseguenza, i tassi di occupazione potrebbero rimanere invariati.

Stando alla relazione del Fmi, inoltre, anche il debito pubblico potrebbe raggiungere livelli molto alti: si parla del 130% per i prossimi tre anni.

Penalizzazioni fino al 34%

Stando a quanto riportato dal quotidiano economico "Il Sole 24 Ore", invece, i lavoratori che sceglieranno di anticipare l'uscita con quota 100 potrebbero ritrovarsi con un assegno ridotto.

Si tratta di una decurtazione che secondo i calcoli dell'Ufficio Parlamentare di Bilancio potrebbe essere nella misura del 5% per un solo anno di anticipo fino a toccare il 34% in caso di anticipo di 6 anni. Circa 437 mila sono i potenziali beneficiari della misura anche se il numero potrebbe ancora scendere visto che, con le ipotetiche penalizzazioni non tutti saranno disposti a fruire del sistema delle quote.

Difatti, si percepirà una pensione leggera ma sarà riscossa più a lungo. Un lavoratore che deciderà di lasciare il lavoro il prossimo anno anzichè aspettare il 2020 avrà una perdita minima fissata nello 0,22% e una perdita massima dell'8,65% nel caso in cui scegliesse di anticipare l'uscita di sei anni rispetto alla pensione che avrebbe maturato nel 2025.