Il Governo Conte ha finalmente trovato un accordo con la Commissione Europea sulle misure considerate i pilastri fondamentali della nuova Legge di Stabilità 2019. Si tratta della Quota 100 sbandierata dalla Lega e del reddito di cittadinanza voluto dal Movimento 5 Stelle; misure che il Governo ha provveduto a 'sgonfiare' al fine di ricevere il via libera da Bruxelles ed evitare la preoccupante procedura d'infrazione.

Come ormai noto, infatti, il vicepresidente della Commissione Europea Valdis Dombrovskis, ha affermato che non ci sarà nessuna procedura per debito contro l'Italia anche se le strategie adottate dall'esecutivo non sono le soluzioni ideali.

"La soluzione sul tavolo non è quella ideale, non dà una soluzione a lungo a termine per i problemi economici degli italiani", ha spiegato il commissaria lettone. Come affermato dal Premier Giuseppe Conte, invece, non ci saranno alcune penalizzazioni per i potenziali beneficiari della Quota 100 anche se la misura assieme al reddito di cittadinanza verrà ritardata: il pensionamento anticipato con il sistema delle quote, infatti, partirà il primo aprile come annunciato anche dal ministro dell'Economie e delle Finanze Giovanni Tria.

Quota 100 con finestre trimestrali

Resta confermato anche il meccanismo delle finestre trimestrali per gli appartenenti al settore privato, i quali nonostante abbiano raggiunto i 62 anni di età anagrafica e 38 anni di versamenti contributivi entro il 31 dicembre 2018 dovranno attendere l'apertura della prima finestra prevista ad aprile.

Cosa assai diversa, per i dipendenti del pubblico impiego che dovranno dare un ulteriore preavviso di pensionamento di sei mesi.

Previsto il divieto di cumulo con redditi da lavoro

Come conferma anche il "Corriere della Sera", nella nuova Legge di Stabilità le risorse necessarie per far partire le misure ci sono: circa 4,7 miliardi di euro per il pensionamento anticipato e altri 7,1 miliardi per il reddito di cittadinanza.

Tuttavia, la Quota 100 contiene un altro paletto fondamentale per contenere la spesa: si tratta del divieto di cumulo fra i redditi da pensione e quelli da lavoro e avrà durata uguale agli anni di anticipo rispetto alla scadenza naturale. Inoltre, chi opterà per il pensionamento anticipato percepirà un assegno più basso che varia in base agli anni di anticipo rispetto ai 67 anni previsti dalla precedente Riforma Fornero. È così che l'esecutivo giallo-verde ha garantito la riduzione del rapporto deficit/Pil a 2,04% riuscendo a strappare il sì da Bruxelles.