Anche nel 2019 agli sfortunati che perdono involontariamente il lavoro, spetta l’indennità di disoccupazione, la Naspi. Si tratta della misura introdotta dal Jobs Act e che ha sostituito le vecchie indennità come la requisiti ridotti, l’assegno ordinario di disoccupazione, la Aspi e la Mini Aspi. Per il 2019 le novità sostanziali riguardanti la Naspi sono nell’ordine dei nuovi strumenti che l’Inps ha messo a disposizione dei lavoratori che una volta perduto il posto di lavoro intendono richiedere l’indennizzo. Adesso anche da smartphone, cioè tramite App (ma anche sul sito ufficiale dell’Inps tramite credenziali di accesso) si può consultare importo e durata dell’indennità per chi già la percepisce o lo stato di avanzamento dell’istanza per chi è ancora in attesa.
Nel 2019 nell’intento di semplificare le procedure, verrà implementata la cosiddetta Naspi precompilata, già sperimentata l’anno scorso. In attesa che l’esecutivo vari il tanto atteso decreto sul reddito di cittadinanza e si capisca quale collegamento o coabitazione nel sistema avrà la misura di contrasto alla povertà con la Naspi, vediamo come presentare domanda e che requisiti servono nel 2019 per percepire l’assegno di disoccupazione.
Importi non superiori a 1.328,76 euro
Il limite massimo di indennizzo che è possibile percepire è fissato a 1.328,76 euro al mese. Il calcolo della Naspi si basa sulle retribuzioni utili ai fini previdenziali che il richiedente ha percepito nei 4 anni precedenti la data di perdita del lavoro.
Basta dividere il totale di queste retribuzioni per il numero di settimane effettivamente lavorate e moltiplicare il tutto per un coefficiente che anche nel 2019 sarà pari a 4,33. Se questa semplice operazione matematica darà un risultato fino a 1.221,44 euro, la Naspi da percepire sarà pari al 75% della cifra fuoriuscita dall’operazione stessa.
Per risultati superiori, sulla parte eccedente 1.221,44 euro si deve calcolare il 25% ed aggiungerlo all’importo da percepire.
Requisiti di accesso
Per rientrare tra i possibili beneficiari della Naspi occorre guardare sempre agli ultimi 4 anni di lavoro e questo anche per quanto riguarda la durata del benefit. Oltre che il classico lavoratore dipendente, possono richiedere la Naspi anche apprendisti, soci lavoratori di cooperative, dipendenti a tempo determinato delle pubbliche amministrazioni e soggetti dimissionari che hanno lasciato il lavoro per giusta causa, come può essere la dimissione per stipendi non pagati.
Oltre allo stato di disoccupazione involontario o a seguito di dimissioni per giusta causa, serve che il richiedente abbia almeno 13 settimane di contribuzione nei 4 anni precedenti l’inizio del nuovo periodo di disoccupazione ed almeno 30 giornate di lavoro effettivo nei 12 mesi precedenti. La durata della Naspi è pari alla metà delle settimane lavorative degli ultimi 4 anni che non sono state utilizzate in precedenti domande di disoccupazione all’Inps.
La domanda
La domanda di Naspi 2019 va presentata come di consueto all’Inps, tramite il sito dell’Istituto per i soggetti muniti di Pin e Password per l’accesso all’area “My Inps” o tramite patronato. Bisognerà iscriversi al collocamento, dove occorrerà dichiarare l’immediata disponibilità al lavoro, sottoscrivendo il cosiddetto “patto di immediata disponibilità”.
La domanda va presentata entro 68 giorni dalla data di effettiva perdita del lavoro. Se presentata entro 8 giorni, la decorrenza dell’indennizzo parte subito, mentre decorsi gli 8 giorni la data di decorrenza è quella della presentazione dell’istanza. Oltre i 68 giorni si perde il diritto al beneficio.