Mancano solo dei piccoli ritocchi al maxi decreto su Quota 100 e reddito di cittadinanza prima dell'approvazione definitiva da parte del Consiglio dei Ministri prevista in questa settimana. Intanto, sembra ormai chiaro che il meccanismo della Quota 100 che prenderà piede a partire dal prossimo aprile, riguarderà circa 380 mila lavoratori tra cui il 40 % è scostituito dai dipendenti della Pubblica Amministrazione. Non tutti, però, sceglieranno l'uscita anticipata secondo le nuove norme ma nel 2019 avranno a disposizione altri canali per accaparrarsi l'agognato pensionamento.
Governo conferma proroga dell'Ape Sociale e Opzione Donna
Opzione Donna, precoci, usuranti, Ape volontario, Ape Sociale e isopensione; sono queste le principali vie d'uscite per il 2019 che potrebbero essere un'alternativa alla Quota 100 prevista dalla nuova normativa inserita nella Legge di Stabilità 2019 e fortemente voluta dalla Lega. Come ormai sanno, Quota 100 sarà difficilmente raggiungibile per le lavoratrici che molto spesso hanno carriere discontinue ma potranno richiedere l'uscita anticipata con l'Opzione Donna anche se saranno costrette ad accettare il ricalcolo dell'assegno secondo il metodo contributivo; la misura, infatti, è stata confermata dal Governo ed inserita nel decreto attuativo che dovrà passare in Consiglio dei Ministri.
Confermato anche l'Ape Sociale, la misura che prevede un reddito ponte fino ad un massimo di 1.500 euro mensili per i soggetti in difficoltà economica che hanno raggiunto almeno 63 anni di età anagrafica unitamente i 30-36 anni di anzianità contributiva. Come riporta il quotidiano economico "Il Sole 24 Ore", inoltre, i lavoratori precoci potranno usufruire della pensione anticipata qualora siano in possesso di almeno 41 anni di contribuzione a prescindere dall'età anagrafica anticipando così di otto anni l'uscita rispetto alla pensione di vecchiaia.
Isopensione per lavoratori di aziende con più di 15 dipendenti
Per circa 6 mila di lavoratori che svolgono mansioni particolarmente faticose, invece, è previsto il pensionamento a partire dai 61 anni e 7 mesi di età con 35 anni di contribuzione. C'è poi la strada dell'isopensione rivolta ai lavoratori di aziende con più di 15 dipendenti che avranno la possibilità di anticipare l'uscita fino ad un massimo di 7 anni previo accordi con il datore di lavoro che dovrà garantire il pagamento dei contributi mancanti per arrivare al pensionamento di vecchiaia.
Infine, resta invariato il pensionamento con l'Ape volontario che, invece, è riservato ai dipendenti del settore privato i quali potranno richiedere il pensionamento dopo il raggiungimento dei 63 anni di età e 20 anni di contributi effettivi anticipando fino a 3 anni e 7 mesi l'uscita rispetto alle regole dettate dalla Fornero.