Il Governo Conte sta tuttora lavorando sul maxi decreto volto a rendere operative le misure in materia previdenziale come quota 100 e reddito di cittadinanza. La bozza del decreto è al vaglio dei tecnici del Governo ed entro la prossima settimana potrebbe essere varata dal Consiglio dei Ministri.

Pensionamento a luglio per i dipendenti della PA

Stando a quanto si apprende da Fanpage" il Governo giallo-verde sembra aver confermato i paletti utili a contenere la spesa pensionistica per tutti coloro che decideranno di uscire anticipatamente dall'attività lavorativa con il meccanismo di quota 100.

Si tratta delle cosiddette finestre mobili a cadenza trimestrale: i dipendenti del comparto privato infatti potrebbero chiedere il pensionamento anticipato a partire dal prossimo aprile mentre i dipendenti della Pubblica Amministrazione dovranno aspettare fino a luglio o addirittura ad ottobre a causa dell'introduzione dell'obbligo del preavviso di pensionamento che dovrà essere comunicato almeno sei mesi prima.

Assegno alleggerito per i beneficiari di quota 100

Inoltre si parla anche del cosiddetto divieto di cumulo tra l'assegno percepito con quota 100 e altri redditi derivanti da attività lavorative superiori ai cinquemila euro l'anno. Il divieto durerebbe fino al raggiungimento dell'età per la normale pensione di vecchiaia, fissata a 67 anni.

Stando a quanto riportato dal Corriere della Sera inoltre, il decreto prevede anche tagli sull'assegno previdenziale di tutti coloro che beneficeranno di quota 100. Si tratta di una decurtazione che potrebbe arrivare fino a un terzo dell'importo che si percepirebbe raggiungendo i requisiti per la pensione di vecchiaia: l'assegno pensionistico sarà percepito per un periodo più lungo, ma sarà più basso a causa dei metodi di calcolo dell'importo, che daranno luogo ad assegni più leggeri.

Per via dei paletti introdotti con la nuova Legge di Bilancio è però probabile che molti dei potenziali beneficiari non sceglieranno di usufruire della pensione anticipata secondo il meccanismo delle quote. Pertanto dalle attuali 430 mila uscite previste, il numero degli adarenti potrebbe scendere a 315 mila. Dalle bozze del maxi decreto si evince anche la possibilità di anticipare l'uscita a partire dai 59 anni di età anagrafica (fermo restando il requisito contributivo a 38 anni) previo accordi con le aziende, che dovranno però assicurare nuove assunzioni per sostituire la forza-lavoro uscente.