Arrivano importanti aggiornamenti in merito al testo del decreto con il quale il Governo si appresta a rendere operative la quota 100 e le altre misure inserite nel pacchetto pensioni approvato con la legge di bilancio 2019. Secondo le ultime indiscrezioni giornalistiche riportate dalla stampa finanziaria, dopo le accese discussioni che si sono sviluppate nelle scorse settimane si arriva finalmente alla conferma e alla proroga di diversi provvedimenti di flessibilità in uscita dal lavoro.

Pensioni anticipate, confermate l'APE sociale e la proroga di opzione donna

Partiamo con il sottolineare che all'interno del decreto riguardante il pacchetto Pensioni trovano spazio la proroga dell'APE sociale e dell'Opzione Donna. Nel primo caso si consente il prepensionamento dei lavoratori che vivono particolari situazioni di disagio a partire dai 63 anni e con 30-36 anni di versamenti (a seconda del profilo specifico previsto dal legislatore). Con la proroga dell'opzione donna sarà possibile invece l'uscita dai 58 anni di età (un anno in più per le autonome) e 35 anni di contribuzione, accettando però il ricalcolo contributivo dell'assegno. Presente anche la sterilizzazione dell'adeguamento all'aspettativa di vita per i lavoratori precoci, che potranno continuare ad uscire dal lavoro con i requisiti disponibili nel 2018 (ovvero 42 anni e 10 mesi di versamenti, un anno in meno per le donne).

Parte la quota 100 dai 62 anni ma con finestra semestrale per i lavoratori del pubblico impiego

Tornando al provvedimento principale della riforma previdenziale, ovvero il pensionamento anticipato tramite la quota 100, si conferma l'opzione di quiescenza flessibile per tutti i lavoratori che avranno maturato almeno 62 anni di età e 38 anni di contribuzione, con il divieto di cumulo per altre attività lavorative fino al raggiungimento dei requisiti dell'assegno di vecchiaia (67 anni di età).

L'avvio è previsto per i lavoratori del settore privato a partire dal 1° aprile 2019. Per gli statali la finestra minima iniziale di accesso sarà estesa a sei mesi (1° luglio 2019), al fine di garantire la continuità dei servizi di pubblica utilità in favore dei cittadini. Il Governo dovrebbe inserire anche la possibilità di fruire di un prestito ponte per abbreviare i tempi di percezione del TFS - TFR, ricorrendo al circuito bancario (un po' come avviene già per le pensioni anticipate tramite Ape volontaria).

Infine, emerge anche la possibilità di anticipare ulteriormente l'uscita dal lavoro di tre anni (quindi a partire dai 59 anni di età e 35 anni di versamenti) facendo ricorso ai fondi di solidarietà, previo accordo tra datori di lavoro e sindacati.