Debutteranno nel 2019 le nuove Pensioni anticipate a quota 100 con uscita dei lavoratori a partire dai 62 anni di età. Tuttavia, la riforma delle pensioni del Governo Lega-Movimento 5 Stelle, oltre alla quota 100, segnerà il ritorno delle uscite delle lavoratrici con opzione donna, ma anche il taglio delle pensioni d'oro. Inoltre è prevista la Flat tax per i pensionati che tornino a vivere in Italia, anche se dalla legge di Bilancio del 2019 arriva la stretta sull'indicizzazione degli assegni delle pensioni. Sono queste le cinque novità attese per il nuovo anno e delle quali fa il punto oggi Il Sole 24 Ore, spiegando i requisiti di uscita delle pensioni e lo stato di attuazione dei relativi provvedimenti.

Pensioni anticipate, ultime novità oggi: uscita a quota 100 in Manovra

Innanzitutto, la misura più attesa riguarda le pensioni anticipate con uscita a quota 100. Il debutto delle nuove pensioni di anzianità riguarderà i lavoratori che abbiano compiuto l'età di 62 anni ed abbiano versato contributi per almeno 38 anni. I primi contribuenti in uscita con quota 100 incasseranno l'assegno in primavera, presumibilmente con i pagamenti Inps del mese di aprile. Infatti, il meccanismo della quota 100 prevede finestre di uscita con posticipo di tre mesi da calcolarsi a partire dalla maturazione dei requisiti stessi. Per i dipendenti del pubblico impiego, invece, le finestre di uscita saranno fissate in sei mesi.

E' inoltre indispensabile ricordare che chi beneficerà della quota 100 dovrà rispettare il divieto di cumulo con i redditi da lavoro per importi superiori a 5 mila euro annui netti. Il divieto è previsto per un massimo di cinque anni, ovvero per tutta la durata della pensione anticipata rispetto alla maturazione della vecchiaia.

Ad oggi, le pensioni anticipate a quota 100 sono iscritte nella legge di Bilancio, ma manca il relativo provvedimento che sarà costituito dal decreto attuativo, in arrivo dopo le festività natalizie.

Uscita opzione donna: pensione anticipata a 57 o 58 anni, requisiti entro il 31 dicembre 2016

Non ci saranno solo le pensioni anticipate a quota 100 a disciplinare le uscite dei lavoratori del 2019: infatti, la Manovra di Bilancio (ma anche in questo caso manca il decreto attuativo) ha previsto la proroga dell'opzione donna per le lavoratrici che abbiano 58 anni (se dipendenti) e 59 anni (se autonome) con almeno 35 anni di versamenti.

Per il calcolo dell'uscita, i requisiti dovranno essere stati maturati entro il 31 dicembre 2016 e non più entro la fine del 2015. Le lavoratrici che andranno in pensione con l'opzione donna si vedranno ricalcolare la propria pensione con il metodo contributivo.

Non solo pensioni quota 100 e anticipate opzione donna: Flat tax e indicizzazione in Manovra

Escludendo i lavoratori in uscita con le pensioni anticipate a quota 100 e opzione donna, un'altra novità riguarda il taglio delle pensioni d'oro per il quale manca, però, il relativo decreto attuativo: in base a quanto previsto nella Manovra, le pensioni che saranno interessate dalla decurtazione saranno quelle sopra i 100 mila euro lordi annui, con percentuali di taglio del 15 per cento fino a 130 mila euro e, progressivamente, fino al 40 per cento per le pensioni che superino i 500 mila euro lordi annui.

Nella legge di Bilancio 2019 è già prevista la Flat tax per i pensionati che tornino a vivere dall'estero e che trasferiscano la residenza in una delle regioni del Sud: la tassazione fissa sarà del 7 per cento per un massimo di cinque anni. Sugli assegni pensionistici la Manovra finanziaria fissa, inoltre, la stretta sull'indicizzazione delle pensioni all'inflazione. In tal senso, è previsto uno schema di indicizzazione con sette scaglioni, ma solo i primi (per le pensioni fino a 1.522 euro lordi mensili nel 2018) la rivalutazione sarà piena, mentre per quelle più alte di questo importo l'indicizzazione sarà parziale o nulla.

Correzione (02- 01- 2019): In una versione precedente di questo articolo si affermava che la Manovra di Bilancio prevede la proroga dell'opzione donna per le lavoratrici con 57 anni (se dipendenti) e con 58 anni (per le autonome). I dati corretti sono, rispettivamente, 58 e 59 anni. Ci scusiamo con i lettori.