Con l'arrivo della nuova bozza riguardante il decreto di riforma del sistema previdenziale emergono dettagli definitivi anche sull'impostazione della proroga dell'opzione donna. Il pensionamento anticipato sarà infatti contenuto all'interno del "pacchetto Pensioni" con il quale il Governo avvierà la quota 100 e prevede un ripensamento del meccanismo di flessibilità dedicato alle donne. Purtroppo è però già noto che i requisiti saranno differenti dalla precedente versione, stante che risulteranno maggiormente stringenti rispetto a quanto previsto nella legge 243/04.
Una constatazione che potrebbe anche deludere alcune lavoratrici, soprattutto se si tiene in considerazione che la proroga è arrivata proprio grazie alle numerose richieste giunte dalle donne.
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Entrando nel merito dei dettagli operativi, la proroga dell'opzione donna prevede la possibilità di esercitare la scelta volontaria di aderire alla pensione anticipata contributiva per tutte le donne nate entro il 31/12 del 1959 (un anno prima nel caso in cui vi sia la presenza di versamenti effettuati come lavoratrice autonoma) e contemporaneamente almeno 35 anni di contribuzione. Da questi due vincoli emerge quindi che il legislatore ha previsto una specie di stabilizzazione per coloro che sono nate entro il 1958/59, perché il vincolo dell'anzianità contributiva può essere raggiunto anche successivamente (ad esempio con i versamenti effettuati nel corso dell'ultimo anno).
Resta invece tutt'ora impossibile accedere alla misura tramite cumulo dei contributi, escludendo di fatto molte donne che loro malgrado hanno avuto una carriera discontinua, ad esempio versando contributi nella gestione separata dell'Inps.
Le uscite saranno legate alle finestre, mentre permane il ricalcolo dell'assegno
Altrettanto importante è ricordare che il calcolo del futuro assegno per le aderenti all'opzione donna subirà un'importante penalizzazione, visto che verrà applicato il conteggio contributivo puro dei versamenti.
Il meccanismo può comportare tagli anche a doppia cifra rispetto al pensionamento ordinario e penalizza maggiormente al diminuire dell'età. Le richiedenti dovranno inoltre attendere le cosiddette finestre d'accesso per poter ricevere il primo assegno dell'Inps, con un'attesa che corrisponde a 12 mesi per coloro che risultano impiegate come lavoratrici dipendenti e che sale a 18 mesi per le lavoratrici autonome. In questo modo, la prima finestra utile si renderà disponibile il prossimo 1/07, mentre per le autonome si slitta al 1/01 del 2020.