I limiti stringenti come reddito, patrimoni e composizione del nucleo familiare per percepire il reddito di cittadinanza, come largamente immaginabile, stanno costringendo molte persone a cercare una soluzione più o meno lecita per rientrare nei vincoli e percepire il sussidio. Nessuna novità rispetto agli anni passati, perché anche per le riduzioni delle tariffe di luce e gas, oppure per sfruttare agevolazioni sociali e sanitarie, negli ultimi anni molte persone hanno cercato di dribblare le norme adottando quelli che per molti addetti ai lavori sono “trucchi” a volte non leciti.

Con l’ingresso del reddito di cittadinanza questi tipi di comportamento adesso stanno registrando una impennata, come riporta il quotidiano “Il Mattino” di Napoli che parla di un aumento di oltre il 20-30% dei cambi di residenza richiesti al comune partenopeo.

Inevitabile collegare questo aumento di richieste all’ormai prossimo avvio delle domande per il reddito di cittadinanza. Il quotidiano sottolinea come non ci sia nessuna legge in vigore che impedisca ad un cittadino di cambiare posto in cui vivere, ma solo se il trasloco sia effettivo e non fasullo. Le attuali norme infatti prevedono pene severe per coloro che trasferiscono la residenza in maniera fittizia, cioè solo all’anagrafe restando magari a vivere nello stesso posto e con le stesse modalità precedenti il cambio residenziale.

I requisiti del reddito di cittadinanza

Oltre che numericamente, ciò che ha spinto il quotidiano a sottolineare questo aspetto è la tempistica che collega queste richieste di cambio di residenza al reddito di cittadinanza. La misura unica di contrasto alla povertà che sta innescando questo fenomeno che probabilmente è diffuso a macchia d’olio in tutta Italia prevede dei requisiti di accesso particolari.

Innanzi tutto serve un Isee del nucleo familiare sotto la soglia di 9360 euro. Eliminare dal nucleo familiare un soggetto che magari produce reddito e che fa salire l’Isee può essere uno dei fattori che scatenano questa caccia alla residenza alternativa. Stesso discorso per il limite dei 30.000 euro di patrimonio immobiliare ad esclusione della casa di abitazione o delle soglie da 6.000 a 10.000 euro di denaro a qualsiasi titolo detenuto in banca o alle poste a seconda del numero dei componenti la famiglia.

Illegali i cambi di residenza fittizi

Lasciare la propria famiglia perché così si azzera il proprio reddito ed il proprio Isee è una pratica che sembra stia diventando comune a molti, almeno per quanto concerne i numeri registrati in questo inizio 2019 dal quotidiano Il Mattino. Ma se questo cambio è fatto in maniera fasulla, si rischiano sanzioni amministrative e penali piuttosto pesanti. In linea generale la residenza deve essere quella dove si dimora abitualmente, anche se si ha la fortuna di avere più case utilizzabili. Questo perché bisogna essere reperibili anche per le notifiche ufficiali che una residenza di comodo potrebbe non permettere regolarmente. Nel momento in cui il proprio Comune avvia le indagini, tramite la propria polizia municipale, se esce fuori che la residenza dichiarata in anagrafe non è effettiva, può cancellare anagraficamente il cittadino dal proprio elenco.

In pratica, si diventa irreperibili con le notifiche degli atti ufficiali che finiscono alla casa comunale senza perdere gli effetti legali delle stesse. Inoltre si perde il diritto all’assistenza sanitaria e ad avere una carta di identità o un passaporto. Dal punto di vista penale esistono sanzioni che con il reddito di cittadinanza e la lotta ai furbetti che il governo dichiara di voler avviare, sono molto pesanti. Numerose sono le sentenze della Cassazione che si sono espresse a sfavore dei cittadini scovati a utilizzare queste illecite pratiche. Ad oggi si rischiano da 3 mesi a 2 anni di carcere che per via delle novità dell’attuale governo passerebbero da 2 a 6 anni per chi dichiara una residenza falsa allo scopo di percepire il RDC (ma anche altre prestazioni agevolate o sociali che prevedono l’incasso di sussidi o le riduzioni di tariffe).