Il maxi decreto unico che contiene Quota 100 e reddito di cittadinanza sta seguendo il suo iter parlamentare in aula al Senato per poi passare alla Camera per la conversione in legge entro 60 giorni dalla pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale. Intanto, arrivano nuove critiche da parte dell'economista della Lega Alberto Brambilla che non esclude possibili modifiche alla misura tanto attesa dai lavoratori durante l'iter parlamentare.
Per Brambilla Quota 100 è iniqua
Stando a quanto riporta il quotidiano "Il Messaggero", sono circa 15.579 le istanze presentate per il pensionamento con il meccanismo della quota 100, la misura che consente l'uscita anticipata a partire dai 62 anni di età anagrafica unitamente ai 38 anni di versamenti contributivi con una maggiore affluenza nel Centro Sud ed in particolare fra Roma, Napoli, Palermo e Catania.
E non mancano le critiche da parte del Centro Studi e Ricerche Itinerari Previdenziali di cui fa parte anche Alberto Brambilla, il quale avrebbe considerato la misura iniqua e molto costosa per le casse statali. Per l'economista della Lega, infatti, nel 2019 potrebbero arrivare fino a 315 mila i potenziali beneficiari della Quota 100 e le risorse finanziarie messe a bilancio potrebbero non essere sufficienti rischiando lo slittamento a fine anno dei prepensionamenti.
Si ipotizzano nuove modifiche al maxi decreto
Difatti, nonostante il Governo Conte abbia previsto una misura in via sperimentale solo per un triennio, l'esperto di previdenza spiega che non tutti riuscirebbero ad accaparrarsi la pensione anticipata entro il 2021.
È questo il motivo che spinge l'esecutivo giallo-verde ad ipotizzare nuove modifiche che potrebbero avvenire attraverso degli emendamenti da presentare durante l'iter parlamentare per la conversione in legge del maxi decreto. Non è esclusa, infatti, l'introduzione di alcuni paletti volti a diminuire l'afflusso delle istanze per Quota 100 e risparmiare sui costi derivanti dalla misura.
Tuttavia, si ipotizza di privilegiare maggiormente i lavoratori più anziani e con più anni di contribuzione rispetto a quelli che già sono in possesso dei requisiti per uscire anticipatamente dall'attività lavorativa con il sistema delle quote.
Ancora allo studio del Governo Conte, alcuni emendamenti volti a rendere chiara la procedura legata al riscatto di laurea per i lavoratori che hanno compiuto i 50 anni di età anagrafica e quelli relativi al Trattamento di Fine Servizio per i dipendenti della Pubblica Amministrazione.