Il reddito di cittadinanza non ha un importo fisso e questo sta generando non poche polemiche e discussioni tra i cittadini che lo hanno già ricevuto. Le prime ricariche delle card, immediatamente funzionali ed utilizzabili dopo il ritiro alle poste, sembra abbiano deluso molti per via di importi inferiori alle attese. Occorre quindi fare chiarezza sulle regole con cui l'Inps calcola cosa e in che misura finirà sulle card di ciascun beneficiario. Le regole e le formule che vengono utilizzate per il calcolo del beneficio economico della misura sono utili sia per chiarire il motivo dell'importo ricevuto da chi la domanda l'ha già fatta che per valutare la convenienza a presentare domanda da chi sta pensando di farlo.

I pro e i contro della misura

Per chi otterrà il reddito di cittadinanza c'è da rispettare una serie di obblighi ed adempimenti. Si dovrà svolgere lavori socialmente utili per il comune di residenza e si dovrà partecipare a programmi e progetti che i Centri per l'impiego avvieranno per loro. Tutti obblighi che vanno rispettati per continuare a percepire il benefit per tutti i 18 mesi di durata e che per chi riceve un importo basso possono rappresentare un deterrente alla presentazione delle istanze. Come si arriva all'importo assegnato ad ogni beneficiario?

Le voci che l'Inps utilizza per il calcolo del reddito di cittadinanza sono molteplici e quindi l'incidenza che è soggettiva, cambiando da beneficiario a beneficiario i singoli importi erogati.

Contratto di fitto, mutuo, composizione nucleo familiare, reddito di ogni singolo componente sono i fattori che influenzano la misura. Il reddito di cittadinanza è una integrazione del reddito di ogni singola famiglia. Questa parte di beneficio è fino a 6.000 euro, cioè 500 euro al mese. Una famiglia che ha, come somma di tutti i redditi dei propri componenti 3.000 euro, tanto per fare un esempio, riceverà come reddito di cittadinanza solo 3.000 euro, cioè 250 euro al mese.

L'altra parte che incide sull'importo del sussidio è l'integrazione dell'affitto o quella del mutuo. Per famiglie con casa di abitazione in affitto, tale integrazione è pari a 3.360 euro, mentre in presenza di mutuo per acquisto prima casa ci sono 1.800 euro di benefit aggiuntivo. In pratica, la tanto sbandierata cifra di 780 euro al mese di reddito di cittadinanza è appannaggio solo di chi vive solo ed ha reddito zero e casa in affitto, con il reddito di cittadinanza composto da 500 euro di contributo integrativo reddituale e 280 di affitto.

Un altro parametro è quello del nucleo familiare. Il reddito familiare di 6.000 euro sale per ogni componente della famiglia oltre al richiedente e questo fa salire naturalmente anche il sussidio. Per ogni componente over 18 presente in famiglia il coefficiente aggiuntivo è 0,4. Per un minorenne invece è 0,2. Il limite di reddito per una famiglia in cui sono presenti marito e moglie senza prole da 6.000 euro si sale ad 8.400. Con un figlio oltre ai due coniugi invece si sale a 8.600 euro.