Quota 100 potrebbe creare un'ampia platea di esodati. E' questo il dilemma che si sta creando dopo le numerose istanze di prepensionamento presentate da migliaia di lavoratori al fine di godersi il meritato riposo. Con Quota 100, si potrebbe lasciare anticipatamente l'attività lavorativa a partire dai 62 anni di età anagrafica unitamente ai 38 anni di versamenti contributivi ma sussiste il rischio di escludere molti soggetti dalla misura.

Quota 100 rischia di creare esodati

Tuttavia, a rischiare di più sono i lavoratori appartenenti al settore privato; si tratta di circa 50 mila persone per le quali non basteranno i 62 anni di età e 38 anni di contribuzione previsti dalla normativa attualmente vigente.

Difatti, qualora un lavoratori si trovasse in possesso di almeno 34 anni di anzianità contributiva che sommati ai quattro anno del riscatto agevolato degli anni di laurea raggiunge i 38 anni non rientrerebbe nel cerchio dei potenziali beneficiari del meccanismo della Quota 100. Per i lavoratori appartenenti al settore privato, gli anni di effettiva lavoro non potranno essere inferiore a 35 e, pertanto, con i 34 anni maturati non verrebbero rispecchiati i requisiti.

Molte domande di prepensionamento presentate, infatti, provengono da lavoratori del settore privato che sono in possesso dei 35 anni di contribuzione sommati agli anni del riscatto di laurea e, pertanto, rischierebbero di rimanere fuori dalla misura.

Si tratta di un numero che supera le 50 mila unità e sarà costituito da disoccupati e dai sessantaduenni che rimarrebbero privi di stipendio e di una copertura previdenziale fino al raggiungimento dei 67 anni di età anagrafica e sarebbero costretti a lasciare l'attività lavorativa secondo le regole dettate dalla precedente Riforma Fornero.

Cosa assai diverso per gli appartenenti al pubblico impiego che, invece, dovranno aspettare una finestra di sei mesi per il pensionamento.

Sindacati chiedono un confronto con il Governo

Intanto, le organizzazioni sindacali sono ancora sul piede di guerra per quanto riguarda le famigerate misure in campo previdenziale entrate in vigore con la nuova Legge di Stabilità 2019; si tratta della Quota 100 e del reddito di cittadinanza per le quali si chiedono nuovi correttivi.

Il segretario generale della Uil Carmelo Barbagallo, infatti, a margine della manifestazione tenutasi in Piazza Maggiore a Bologna ha chiesto la riapertura del tavolo di confronto con il Governo: "Noi siamo pronti a sederci intorno a un tavolo, dal governo battano un colpo".