Le ultime novità sulle Pensioni ad oggi 20 aprile 2019 vedono emergere nuove proiezioni dall'Ufficio Parlamentare di Bilancio in merito al costo della quota 100 ed alla crescita della spesa previdenziale nei prossimi decenni. Nel frattempo dall'Osservatorio Inps si riscontrano dati interessanti rispetto alle richieste di accesso alle pensioni e agli assegni sociali, mentre dall'opposizione arrivano ulteriori prese di posizione riguardanti il taglio subito dagli assegni superiori alle 1500 euro.

UpB: con la riforma delle pensioni la spesa risulta in rialzo fino al 2040

Dall'Ufficio Parlamentare di Bilancio arriva un monito riguardo la tenuta del comparto previdenziale ed in particolare la dinamica di salita dei costi di sostentamento del settore. Secondo quanto scritto all'interno di un nuovo rapporto, la quota 100 e l'intervento sull'adeguamento all'aspettativa di vita hanno comportato un aumento della spesa pensionistica che si protrarrà fino al 2040, toccando un picco nel 2022 (quando si raggiungerà lo 0,7% del Prodotto Interno Lordo). Per l'UPB è chiaro che l'effetto di crescita dei costi deve essere associato alla maggiore flessibilità previdenziale, visto che aumenterà il numero di persone che potrà ottenere la quiescenza con criteri diversi da quelli di natura ordinaria.

Diminuiscono le domande di accesso a pensioni e assegni sociali in vista della Quota 100

Tra gli effetti indiretti delle nuove uscite anticipate tramite la quota 100 vi sarebbe anche una diminuzione delle richieste di fruizione delle pensioni e degli assegni sociali. È quanto emerge dai dati diffusi all'interno del Rapporto prodotto dall'Osservatorio Inps sulle domande lavorate all'interno del primo trimestre dell'anno (ovvero gennaio - marzo 2019).

In particolare, rispetto agli assegni sociali si rileva anche l'impatto dell'incremento dell'aspettativa di vita, che ha innalzato il requisito anagrafico dai precedenti 66 anni e 7 mesi di età agli attuali 67 anni.

Damiano (PD): il Governo dà con una mano e toglie con l'altra

Proseguono le critiche in arrivo dall'opposizione in merito alla politica previdenziale e di welfare del Governo.

Nelle scorse ore Cesare Damiano è tornato in pressing sulla maggioranza, sottolineando al riguardo che l'esecutivo gialloverde dà con una mano e toglie con l'altra. Ad esempio, i tagli alle pensioni superiori alle 1500 euro comportano nel corso del prossimo triennio una riduzione di circa 3,6 miliardi di euro, che solo parzialmente sarà destinata a sostenere le pensioni anticipate tramite quota 100 ed il nuovo reddito di cittadinanza. Oltre a ciò, "il taglio è stato fatto ignorando l'accordo del 2016 tra il Governo Renzi e Cgil, Cisl e Uil, che ripristinava a partire dal primo gennaio di quest'anno il calcolo della indicizzazione delle pensioni secondo il metodo più favorevole degli scaglioni di importo". Per Damiano, tanto basta per dimostrare che ancora una volta gli assegni previdenziali sono stati utilizzati come un bancomat.