C'è chi la chiama guerra dei numeri e riguarda i primi risultati che il reddito di cittadinanza sta avendo come numero di domande presentate, accolte e in che misura liquidate. Il governo, soprattutto la parte di area "grillina", quella cioè più ferrea sostenitrice della misura, ne mette in risalto il successo. Di diverso avviso le opposizioni che sottolineano la pochezza di alcune ricariche finite sulle card già consegnate. Proprio sui soldi che finiscono nelle card ogni mese, il "Sole 24 Ore" presenta un articolo molto importante. Si affronta la problematica dei soldi erogati ai beneficiari del reddito e che non vengono spesi prima che arrivi il mensile successivo.
Serve un decreto
Oltre il 70% delle domande pervenute all'Inps sono state già liquidate secondo i numeri resi pubblici dall'Istituto di Previdenza Sociale. Il 21% di quelli che lo hanno percepito, sempre secondo quanto si apprende nell'articolo del quotidiano, hanno ricevuto cifre superiori ai famosi 780 euro. Il 7% invece sono quelli a cui è toccato incassare tra 40 e 50 euro soltanto. Il grosso dei soggetti che hanno percepito già il benefit si assesta però nella fascia da 300 a 750 euro. I soldi vanno prelevati e spesi entro un mese dall'accredito come previsto dalla normativa. La fruizione del beneficio economico della misura dura un mese e da tempo si sa che le somme restate inutilizzate sulla scheda verranno perdute.
Al riguardo però va sottolineato il fatto che è necessario un decreto del Ministero del Lavoro che metterà nero su bianco la metodologia con cui si provvederà a ricaricare le card dopo i controlli relativi al modo ed alla quantità dei soldi spesi da ciascun beneficiario.
Taglio del 20%
In parole povere, fino a quando il Ministero del Lavoro non emana l'atteso decreto (va emanato entro 30 giorni dalla entrata in vigore della misura), il pericolo di perdere i soldi di reddito di cittadinanza del mese precedente non dovrebbe materializzarsi.
Inoltre, tra le righe della normativa che accompagna la misura si può evincere come effettivamente verranno persi i soldi non spesi una volta emanato il decreto. L'importo non speso verrà detratto dalla ricarica del mese successivo ma non per intero. In effetti è previsto che si andrà a defalcare solo il 20% massimo del beneficio erogato.
Il Sole 24 Ore fa l'esempio del soggetto a cui è toccata una ricarica da 700 euro. Non spendere 200 di queste 700 euro produrrà al massimo una decurtazione di 140 euro dalla ricarica successiva. Questo nonostante il modulo di domanda faccia presupporre che il 20% di recupero dovrebbe essere applicato sulle cifre restate sulla card e non sull'importo totale del sussidio spettante. Una differenza non di poco conto perché sempre nell'esempio precedente, se venisse applicato ciò che fuoriesce dal modulo di domanda, per 200 euro non spesi si perderebbe massimo 40 euro (il 20% di 200) e non 140 euro (il 20% di 700). Il decreto ministeriale dovrà fare chiarezza anche su questo aspetto.