Su questo argomento c'è già stata una manifestazione unitaria di Cgil, Cisl e Uil che manifestarono a Roma lo scorso giugno riempiendo Piazza San Giovanni. Parliamo di indicizzazioni delle Pensioni, di perequazione, lo strumento che serve per adeguare a cadenza annuale le pensioni al tasso di inflazione. Il governo giallo-verde, quello con M5S e Lega in carica nei primi 14 mesi di legislatura, a gennaio ha previsto un nuovo meccanismo di indicizzazione che di fatto penalizza alcune categorie di pensionati. In questi giorni l'Inps sta provvedendo ad inviare milioni di lettere ai pensionati, con cui chiede la restituzione di soldi in più versati sulle pensioni nel periodo che va da gennaio a settembre.
La lettera Inps
La notizia sta destando preoccupazione nei pensionati che temono l'arrivo di questa missiva. Nella lettera l'Inps chiede "gentilmente" al pensionato di turno di restituire quanto da lui percepito in più nei primi 9 mesi del 2019. Allegato alla comunicazione dell'istituto previdenziale anche il bollettino postale con il quale i malcapitati devono provvedere al versamento. La data di scadenza è fissata per il 18 ottobre e l'Inps sottolinea come in caso di mancato pagamento si riserverà il diritto di recupero tramite il Concessionario alla Riscossione. Le somme richieste sono differenti da pensionato a pensionato, variabili in proporzione al trattamento pensionistico individuale.
Perché i soldi indietro?
Il ritardo con cui il governo Lega-M5s lo scorso anno approvò la Legge di Bilancio è alla base di questo problema che riguarda molti pensionati. Sembra che per finanziare Quota 100, il governo Conte di allora decise di correggere il meccanismo di indicizzazione delle pensioni, rideterminando gli aumenti concessi come perequazione, una rideterminazione che per molti pensionati è stata sfavorevole.
L'Inps a gennaio ha pagato le pensioni rivalutandole in base al vecchio meccanismo, non avendo fatto in tempo a recepire le novità della manovra, approvata solo alla vigilia della notte di San Silvestro. Secondo il quotidiano "Il Giornale", che a sua volta richiama ad un articolo di approfondimento di "Repubblica", ad essere coinvolti da questa situazione sono 5,5 milioni di pensionati.
Si tratta di pensionati con assegni previdenziali pari o superiori a 3 volte il minimo, cioè a partire da ratei di 1.522 euro al mese lordi. L'Inps a marzo scorso tramite circolare confermò l'entrata in funzione del nuovo meccanismo da aprile, prevedendo la restituzione delle somme incassate in più dai pensionati, dal mese di aprile. Segnalazioni di contribuenti che hanno avuto trattenute già da aprile sono molteplici, ma ve ne sono altre che dimostrano come i pensionati abbiano continuato a percepire la stessa pensione di gennaio, fino a settembre. ed è su questi che adesso l'Inps si abbatte con le sue comunicazioni "minatorie".