Continuano a susseguirsi proposte di riforma delle Pensioni e allarmi su ciò che succederà negli ultimi due anni di funzionamento di quota 100. L'ultima proposta in ordine di tempo è quella di Alberto Brambilla, Presidente del Centro Studi Itinerari Previdenziali, che è tornato a proporre quota 103, spiegando che questa soluzione alla fine, potrebbe costare meno di quota 100. Una proposta che segue un'altra allarme derivante dalla misura che Lega e Movimento 5 Stelle hanno varato nella scorsa manovra di Bilancio. Oltre al probabile scalone del 2022, cioè dopo la scadenza di quota 100, negli ultimi giorni è emerso il fatto che la misura potrebbe costare più di quanto si creda, perché ci potrebbe essere la corsa al pensionamento last minute.
L'idea del Presidente Brambilla
Alberto Brambilla è stato intervistato dal sito "ilpuntopensionielavoro" ed è in questa circostanza che il Presidente di Itinerari Previdenziali, ha spiegato la sua proposta di riforma previdenziale. Si parte da quota 103, con la pensione che verrebbe assegnata a tutti coloro che arrivano a 64 anni di età con almeno 39 anni di contributi. Una soluzione questa che ridurrebbe il probabile scalone che lascerebbe nel sistema, quota 100. Ad oggi, senza interventi riformatori, da gennaio 2022, gli esclusi da quota 100 dovrebbero attendere oltre 5 anni per andare in pensione. Questo perché scomparirà lo scivolo offerto proprio da quota 100. La proposta di Brambilla ridurrebbe questo scalone, perché consentirebbe l'uscita a 64 anni e non a 67, come invece prevede la pensione di vecchiaia ordinaria.
Inoltre, la quota 103, fissa in 39 anni il minimo contributivo e ciò significa anticipare fino a 3 anni e 10 mesi la soglia utile per la pensione anticipata ordinaria, che prevede l'uscita con 43 anni e 10 mesi di contributi (un anno in meno per le donne), senza limiti di età. La misura di cui parla Brambilla dovrebbe essere strutturale e dovrebbe sostituire, oltre naturalmente la quota 100, anche gli altri scivoli come Opzione donna e l'Ape social.
Dal punto di vista dei costi della quota 103, secondi Brambilla, la misura sarebbe meno onerosa rispetto a quota 100. Prevedendo il calcolo contributivo per quota 103, la misura non farebbe altro che restituire ai pensionati, ciò che hanno versato durante la carriera lavorativa.
Stop aspettative di vita sulle anticipate
Ricapitolando, quota 103 sarebbe la risposta all'esigenza di flessibilità del sistema previdenziale.
Oltre a questa misura, che resterebbe ancorata agli scatti dell'aspettativa di vita come le pensioni di vecchiaia, Brambilla sottolinea la necessità di congelare le soglie per la quiescenza anticipata. L'adeguamento dei requisiti previdenziali alle aspettative di vita, non dovrebbe più essere utilizzato per le pensioni anticipate. 42 anni e 10 mesi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne dovrebbero essere requisiti fissi per le uscite distaccate da vincoli di età.
Le pensioni anticipate, secondo Itinerari Previdenziali, dovrebbero non prevedere più il divieto di cumulo e per le soglie di contribuzione, si dovrebbe portare a massimo 3 anni il limite di utilizzo dei figurativi (oggi servono almeno 35 anni di contribuzione effettiva per le anticipate).
In definitiva, Brambilla propone una riforma previdenziale profonda e sostenibile dal punto di vista della spesa pubblica. A maggior ragione dopo le ultime analisi che mettono a rischio, ipoteticamente, anche i risparmi che quota 100 ha prodotto quest'anno. C'è infatti chi pensa che, anche le persone che quest'anno, hanno scelto di non sfruttare la quota 100, potrebbero correre a chiedere l'uscita anticipata, prima che la misura cessi di esistere, riducendo di oltre la metà, i risparmi prodotti dalla misura quest'anno.