Si è concluso il summit tra governo e sindacati che si è svolto oggi presso il Ministero del Lavoro. L'incontro calendarizzato per dare il via alle operazioni di riforma previdenziale si è concluso con la conferma da parte del Ministro Catalfo della ferma volontà dell'esecutivo di mettere mano alle Pensioni. Proprio il Ministro del lavoro ha annunciato che la data entro cui ultimare il lavoro deve essere settembre, per confermare tutto nella legge di Bilancio di fine anno.

In agenda le date dei futuri incontri

A settembre c'è in programma la solita Norma di aggiornamento del Documento di economia e finanza (Def).

Si tratta dell'atto propedeutico alla legge di Bilancio e sarà proprio nel Nadef che tutte le previsioni di spesa per la riforma dovranno essere inserite. Lo ha ribadito la Catalfo a margine dell'incontro. Ecco perché si andrà di fretta, con altri appuntamenti già in agenda. Il tavolo della trattativa si riaprirà il 3 febbraio prossimo, con la pensione di garanzia per i giovani, come ordine del giorno. Si proseguirà poi con il 7 febbraio con un incontro che riguarderà la rivalutazione del pensioni. Molto atteso sarà il summit messo in calendario per il 10 febbraio, quando si affronterà il tema della flessibilità pensionistica. Infine il 19 febbraio sarà la volta di affrontare il nodo della previdenza complementare.

Le commissioni saranno tre

Per facilitare l'operazione di riforma il Ministro Catalfo, come riportano fonti sindacali, ha confermato che verranno create tre commissioni apposite, ognuna con uno scopo ben preciso. Ci sarà la commissione sulla separazione tra assistenza e previdenza. Questo infatti è uno dei problemi del sistema, perché quando si dice che la spesa previdenziale italiana è troppo elevata, non si tiene conto del fatto che in questo capitolo di spesa si inserisce anche quello che l'Inps sostiene per le innumerevoli misure assistenziali che liquida.

Un'altra commissione che si creerà sarà quella sui lavori gravosi. Una commissione che avrà il compito di stabilire quali e quante attività lavorative, per il logorio che producono sui lavoratori, siano meritevoli di un trattamento previdenziale più favorevole. Infine, la terza commissione riguarderà l'impatto finanziario della riforma.

Questa commissione sarà prettamente tecnica, con esperti previdenziali che cercheranno di trovare la quadratura delle misure che sarà possibile varare, senza impattare troppo sulle casse dello Stato. In definitiva, l'incontro di oggi è stato interlocutorio sugli argomenti, come dimostrano anche le dichiarazioni dei leader di sindacato che hanno continuato a ribadire le loro proposte, da quota 41 per tutti alla pensione flessibile a 62 anni.