Aperto oggi nella sede del ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali il tanto atteso tavolo di confronto tra Governo e sindacati sulla riforma delle Pensioni. I primi ad essere sentiti dall’esecutivo sono stati i rappresentanti di Cgil, Cisl e Uil; durante la giornata si sono svolte le audizioni delle altre organizzazioni sindacali. Al tavolo di confronto sulla revisione del sistema previdenziale con il Ministro del Lavoro e delle Politiche sociali Nunzia Catalfo (M5s) presenti anche il sottosegretario all’Economia e Finanze Pier Paolo Baretta (Pd) e il Presidente dell’Istituto nazionale per la previdenza sociale Pasquale Tridico.

Pensioni, dalla flessibilità in uscita ai giovani: parte il confronto

Diversi i temi all’ordine del giorno: dalla flessibilità in uscita per superare la legge Fornero alle pensioni di garanzia per i giovani. Sono stati fissati durante la riunione di oggi altri cinque incontri tecnici nel mese di febbraio e poi, a marzo, è prevista una verifica politica. Il tavolo di confronto si apre dunque con la programmazione dell’agenda fissando per settembre, quando sarà redatta la Nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza, l’obiettivo dell’accordo sulla riforma delle pensioni. Nel corso dell’incontro di oggi, che segna la ripresa del dialogo tra governo e sindacati, non si è entrati nel merito dei possibili provvedimenti da mettere in campo per rivedere la riforma Fornero e – secondo quanto riporta l’Ansa - non si è parlato nemmeno delle risorse finanziarie necessarie.

Governo e sindacati: a febbraio altri 5 incontri sul dossier pensioni

Il prossimo incontro è stato fissato per il 3 febbraio: si parlerà di pensioni di garanzia per i giovani. Le organizzazioni sindacali, a tal proposito, propongono di determinare un livello minimo di assegno per i giovani di oggi che cominciano a lavorare tardi, vittime del precariato e di carriere certamente molto più discontinue rispetto a quelle dei genitori.

Un’altra riunione è stata fissata per il 7 febbraio: all’ordine del giorno ci sarà il tema della rivalutazione delle pensioni. "Occorre garantire le uscite - ha detto il segretario generale aggiunto della Cisl, Luigi Sbarra - a partire da 62 anni di età”, questi i requisiti anagrafici che dovrebbero essere richiesti ai lavoratori, secondo i sindacati, per accedere al trattamento pensionistico.

Inoltre, si torna a chiedere con forza l’istituzione della Quota 41 per i lavoratori precoci su cui aveva riacceso le speranze il precedente governo gialloverde messo poi in crisi lo scorso agosto dal leader della Lega Matteo Salvini.

Pensioni anticipate: per i precoci i sindaci insistono sulla Quota 41

Quota 41, da diversi anni contenuta nella piattaforma unitaria sulle pensioni proposta a diversi governi da Cgil, Cisl e Uil, con il nuovo governo giallorosso non ha più preso corpo e non è rientrata tra le misure previste nella legge di Bilancio dove, invece, sul fronte previdenziale, hanno trovato spazio la conferma della Quota 100 e la proroga dell’Anticipo pensionistico sociale e della formula Opzione donna per le lavoratrici.

Adesso i sindacati tornano alla carica. “Quarantuno anni di contributi a prescindere dall'età – ha detto il dirigente sindacale - devono bastare per godersi il diritto alla pensione". La riforma delle pensioni che la Cisl di Annamaria Furlan propone in sinergia con gli altri sindacati più rappresentativi come la Cgil di Maurizio Landini e la Uil di Carmelo Barbagallo è “nel segno dell'equità – ha sottolineato Luigi Sbarra a margine dell’incontro al ministero del Lavoro - per un grande patto fra generazioni".