La nuova legge di Bilancio ha introdotto alcune novità in materia previdenziale. Tra queste c'è la proroga di un anno per l'Ape social. Si tratta della misura varata dal governo PD di Gentiloni e partita nel 2018. È una misura che consiste in un discreto anticipo di pensione per soggetti disagiati con almeno 63 anni di età. Ape infatti è l'acronimo di Anticipo pensionistico. Ieri 17 gennaio l'Inps ha emanato la circolare con cui riapre i termini di presentazione delle domande.

La circolare Inps n° 163

Cona circolare 163/2020, che l'Istituto ha emanato il 17 gennaio, si conferma la funzionalità della misura anche nel 2020.

Come previsto dalla legge di Bilancio del governo Conte bis, l'Ape sociale resta in funzione anche per il corrente anno. L'Ape sociale, in effetti, doveva scadere il 31 dicembre 2019, ma è stata prorogata. La circolare dell'Inps ha confermato pure la riapertura delle istanze di certificazione del diritto alla pensione con questa misura. Tutti coloro che completano i requisiti e le condizioni di accesso previste per questo strumento nel 2020, sono autorizzati dal 1° gennaio scorso, a presentare istanza. Stessa facoltà per chi ha maturato i requisiti specifici dell'Ape sociale negli anni precedenti, senza però aver presentato domanda. L'Inps sottolinea anche che, i soggetti che alla data di presentazione dell'istanza di certificazione del diritto, si trovano ad aver già completato i requisiti, devono contestualmente presentare domanda di pensionamento con l'Ape sociale.

Requisiti Ape social

Dal momento che sono ripartite ufficialmente le istanze, occorre fare un riepilogo sui requisiti per accedere all'Ape sociale. La struttura della misura è rimasta inalterata rispetto ai primi due anni di funzionamento. La misura è destinata a soggetti con almeno 63 anni di età e con problematiche di varia natura.

Si può accedere alla pensione già con 63 anni di età e con almeno 30 anni di contributi se si ha una percentuale di invalidità almeno pari al 74%. Stessa possibilità per chi ha un parente invalido a carico, con lo stesso grado di disabilità. Anche chi è disoccupato può avere accesso all'Ape sociale. Bisogna aver cessato di percepire la Naspi da almeno 3 mesi.

L'Ape sociale inoltre, può essere percepito da chi è alle prese con i lavori gravosi, ma i contributi necessari devono essere pari ad almeno 36 anni. Inoltre l'attività gravosa deve essere stata svolta per 7 degli ultimi 10 anni di carriera o in alternativa, in 6 degli ultimi 7. Inoltre occorre ricordare che con l'Ape social non si percepisce la tredicesima mensilità e non esiste reversibilità in caso di decesso anticipato del beneficiario. La prestazione erogata è un assegno ponte che serve per accompagnare il beneficiario ai 67 anni di età, a partire dal quale, l'Ape verrà sostituita dalla pensione di vecchiaia.