Ieri mattina, 20 maggio, si è tenuta la protesta degli infermieri a Torino, in Piazza Castello, davanti la sede della Regione Piemonte. La categoria chiede che gli siano riconosciuti i sacrifici e i rischi relativi ai mesi di lavoro negli ospedali per affrontare l'emergenza coronavirus. Si sentono spremuti ed umiliati: era previsto per loro un bonus dalle Regioni che non è ancora pervenuto.
Gli infermieri si sentono 'abbandonati'
E gli infermieri hanno manifestato in questo modo: camici a terra, corpi ricoperti da sacchi neri per l'immondizia e catene ai polsi. Il segretario generale del sindacato Nursind, Francesco Coppolella, ha dichiarato: "Eravamo considerati degli eroi quando assistevamo la gente che moriva in corsia, mentre ora tutti si sono dimenticati di noi. I sacchi dell'immondizia rappresentano le condizioni in cui ci hanno fatto lavorare, mentre il nero è in onore di coloro che sono morti; le catene sono invece il segno che non avevamo alcuna alternativa". I manifestanti si sono sdraiati a terra per rappresentare i 40 colleghi che hanno perso la loro vita per salvarne altre.
Hanno rischiato la vita senza i dovuti dispositivi di protezione
"Ci dicevano di non usare le mascherine - ha ricordato Daniele, il fratello di un'altra infermiera -perché non ce n'erano abbastanza e le FFP2 dovevamo lasciarle ai malati gravi di Covid-19". Il 14% dei 24mila infermieri piemontesi ha contratto il virus: si parla di 3.300 persone e la loro rabbia nasce proprio da lì. Sono stati anche accusati di essere gli 'untori' degli ospedali e a tal proposito, il segretario Coppolella ha asserito: "Ci hanno trasformato nella causa del male. Hanno abolito la quarantena preventiva e ci hanno rispediti in corsia".
Gli infermieri sostengono d'aver percepito un 'misero' aumento
"Le persone ci applaudivano e poi chi ci aveva promesso delle ricompense, ora ci ha fatto l'elemosina - ha dichiarato l'infermiere e sindacalista di categoria, Claudio Delli Carri - un aumento di stipendio di un euro per ogni turno fatto.
È un'umiliazione". E lo stesso Delli Carri ha spiegato che la questione non riguarda solo il Piemonte, bensì "arriva giù giù, fino a Roma".
Questa storia è diventata virale sui social, nelle chat, nelle pause caffè e nelle discussioni tra i protagonisti dell'emergenza. Un euro a turno equivale a circa 20 euro mensili in più: a stento i soldi per una serata in pizzeria. Ora la protesta degli infermieri è rivolta al mondo della Politica: lo Stato, le Regioni e il Ministero della Sanità. E questa di due giorni fa non è stata l'unica: il 30 aprile gli infermieri hanno manifestato nel cortile dell'ospedale Molinette di Torino, per la carenza di mascherine, i turni massacranti, i contagi tra il personale sanitario e i rischi che incorrevano nello svolgimento del proprio lavoro.