Come ogni anno, la Banca d’Italia predispone la relazione annuale, un documento che fa il punto della situazione, tra politica e demografia e che riguarda da vicino il sistema previdenziale. Di questa relazione ha argomentato il governatore di Bankitalia, Ignazio Visco che ha prodotto le considerazioni finali proprio relative agli esiti della relazione. E Visco ha confermato che gli scenari per quanto riguarda le Pensioni sono piuttosto tristi. Secondo i dati, il rischio concreto è che nel prossimo futuro si potrebbe andare in pensione solo a 74 anni di età.
Quest’anno, rispetto al solito, la relazione della Banca d’Italia riguarda più l’aspetto demografico che non quello politico, perché non c’è alcun riferimento a nuove normative o nuove riforme previdenziali provenienti dal mondo della politica. Il possibile allontanamento dell’età pensionabile, secondo questi dati, deriva dall’invecchiamento della popolazione.
Andamento demografico nemico delle pensioni
Ignazio Visco ha illustrato le consuete considerazioni finali alla relazione lo scorso 29 maggio. Erano presenti il presidente della Camera dei Deputati, Roberto Fico, la presidente del Senato della Repubblica, Maria Elisabetta Alberti Casellati, e numerosi esponenti del mondo della finanza e delle banche, da Fabio Panetta della BCE, a noti banchieri quali Cesare Bisoni di Unicredit e Antonio Patuelli dell’Abi.
Come riporta un articolo del quotidiano Il Tempo, Visco ha detto che dal momento che nei prossimi dieci anni la popolazione in età da lavoro è destinata inevitabilmente a calare, ci saranno effetti sull’età pensionabile. In base ai dati riportati nella relazione, avvalorati dalle ultime proiezioni di Eurostat, da oggi al 2032 gli italiani di età compresa tra i 15 e i 64 anni caleranno di sei punti percentuali.
Sempre in base ai dati demografici, se il campo si allarga fino ai 74 anni, la riduzione in percentuale scende di quattro punti e mezzo (da 6 a 1,5%). Le persone tra i 65 ed i 74 anni quindi, cresceranno del 24%. Un trend che proseguirà anche nei decenni a venire, dal momento che le nascite sono ogni anno che passa sempre più in calo, mentre la vita media degli italiani è in continuo aumento.
In altri termini, la popolazione tra i 65 e i 74 anni di età tenderà a salire nei prossimi decenni.
Occorre allungare la vita lavorativa
In base a questi dati, la relazione della Banca d’Italia e le considerazioni del suo governatore, spingono a soluzioni che riguardano il riassorbimento della disoccupazione e un allungamento della vita lavorativa. Questo significa che il sistema previdenziale dovrà necessariamente prevedere un allontanamento dell’età di uscita dal mondo del lavoro, sia per una questione di spesa pubblica che per una questione di copertura dei posti di lavoro. Visco ha detto che per riportare in equilibrio il mondo del lavoro, se i giovani calano, occorre mantenere gli anziani al lavoro per più tempo.
Una specie di doccia fredda per quanti speravano di andare in pensione prima con una riforma che a inizio anno e prima dell’emergenza epidemiologica era argomento di attualità politica e sindacale. E doccia fredda anche per chi si trova a pochi anni dal pensionamento, perché sicuramente i dati di Bankitalia saranno da tenere in considerazione nel caso in cui si decidesse di riaprire il cantiere pensioni per una profonda riforma.