Tra le Pensioni più basse che l'Inps eroga agli italiani c'è quella di invalidità. Si tratta di una delle prestazioni più basse erogate ai cittadini, perché è nell'ordine dei 286 euro al mese. L'argomento pensioni minime è sempre attuale, soprattutto quando l'Istat certifica che sono molti i pensionati a percepire trattamenti al di sotto della soglia di povertà. E adesso sarà la Consulta ad essere chiamata a deliberare su un ricorso che riguarda proprio l'importo troppo basso delle pensioni agli invalidi al 100%.

Presunta incostituzionalità delle pensioni di invalidità

"Una pensione di 286 euro ai disabili totali è contro la Costituzione", questo quello che un giudice di Torino asserisce per giustificare un suo ricorso alla Corte Costituzionale. Infatti il caso della pensione di invalidità da 286 euro al mese che l'Inps eroga di solito ai pensionati che risultano invalidi totali, arriverà alla Consulta, che si pronuncia su eventuali questioni di incostituzionalità di norme e leggi. Nel ricorso che il giudice di Torino ha promosso, come riporta Repubblica, si legge che 286 euro al mese sono un somma insufficiente a garantire le elementari esigenze di vita di un cittadino. Somma insufficiente che viola uno dei principi della Carta Costituzionale, cioè quello dell'uguaglianza.

La decisione della Consulta la settimana prossima

Adesso deve essere la Corte Costituzionale a pronunciarsi su questo ricorso, e lo farà, salvo ritardi, la settimana prossima. I giudice della Corte Costituzionale saranno chiamati a sancire l'adeguatezza o meno dell'importo delle pensioni per l'invalidità al 100%. La questione sarà affrontata in udienza pubblica martedì 23 giugno.

A proporre ricorso è stato un giudice della sezione lavoro della Corte d'Appello di Torino. I dubbi di incostituzionalità che da Torino sollevano riguardano, tra gli altri. l'origine del problema di importo troppo basso della pensione di invalidità. Infatti nel mirino del ricorso finisce l'articolo 12 della legge sulle invalidità civili varata nel 1972 che prevede la pensione di inabilità agli invalidi o ai mutilati che hanno più di 18 anni e che sono stati riconosciuti dagli organi competenti, inabili totali al lavoro.

Una pensione che nel 1972 fu stabilita come importo a 234.000 lire al mese e che con la perequazione annuale nel 2019 (l'anno a cui si riferisce il giudice di Torino), è arrivata a circa 286 euro al mese. A dare forza al ricorso, il giudice aggiunge il paragone tra la pensione di inabilità e l'assegno sociale, che viene erogato a soggetti in difficoltà economica una volta compiuti i 67 anni, a prescindere dai contributi versati. Secondo il ricorrente, non è giusto che ci sia una notevole differenza tra assegno sociale e pensioni per invalidi al 100%, dal momento che anche se per esigenze diverse, sono entrambe misure destinate a soggetti disagiati (i primi riguardo il reddito, i secondi come stato di salute).