La riforma Brunetta per l’accesso ai Concorsi Pubblici, disciplinata dall'articolo 10 del nuovo Decreto legge 44/2021, pubblicato nei giorni scorsi in Gazzetta ufficiale, ha introdotto una serie di disposizione criticate dai concorsisti e non solo. Un gruppo di loro, costituito in un Comitato nazionale e in un gruppo Facebook, ha infatti scritto una lettera chiedendo concorsi equi, trasparenti e non discriminatori. Il riferimento è alle nuove norme che stabiliscono la previsione di una valutazione per titoli e, facoltativamente, anche delle esperienze professionali per accedere alle fasi successive del concorso.

Il decreto incide inoltre sullo svolgimento delle prove introducendo il 'fast e track' in modo da velocizzare i tempi per il reclutamento del pubblico impiego, affidando interamente a sistemi digitali le modalità della selezione. La riforma, anche se nata con l'obiettivo di sbloccare i 115mila posti dagli enti locali alla scuola, è stata da alcuni tacciata di essere incostituzionale e ingiusta.

Le critiche dei concorsisti sull'articolo 10 del nuovo dl 44/2021

Nel dettaglio l'articolo 10 (comma 3) del Decreto legge 44/2021 prevede l’utilizzo di strumenti informatici e digitali per lo svolgimento delle prove e "una fase di valutazione dei titoli legalmente riconosciuti ai fini dell’ammissione alle successive fasi concorsuali”.

Ne discende che la nuova norma introduce una fase preselettiva nei concorsi pubblici, per soli titoli, che può precludere, ad esempio, ai candidati più giovani, appena laureati, di superare la fase preliminare di valutazione ai fini dell’ammissione a quelle successive della prove scritta digitale. Sempre la lettera c) dell’articolo 10 stabilisce infatti che “i titoli e l’eventuale esperienza professionale, costituita dai titoli di servizio, possono concorrere alla formazione del punteggio finale”.

In discussione è stato messo il fatto che nella graduatoria finale, a parità di punteggio della prova scritta, il candidato senza titoli potrebbe vedersi superato da quello che ha già esperienza professionale e che quindi maturi un punteggio maggiore. Un giovane neolaureato dovrebbe quindi raggiungere un punteggio molto più alto nella prova scritta, per poter raggiungere in graduatoria il candidato più anziano che può contare sui titoli di servizio.

Si è sottolineato che, in tal modo, i titoli non valgono a esonerare dalla preselezione, ma costituiscono essi stessi la modalità di preselezione; una selezione che avviene certamente, senza alcun vaglio relativo al merito. Sul web inoltre le critiche si sono concentrate sul punto che il conseguimento di un master non rappresenti di certo un parametro di meritocrazia. Da più parti, semmai, tutto ciò è stato ritenuto altamente discriminatorio anche perché in alternativa si potrebbe optare di riservare un certo numero di posti al personale che ha titoli di servizio, e lasciare il resto dei posti a bando al criterio del concorso pubblico.

La riforma vale anche per concorsi pubblici già pubblicati

Inoltre, l’articolo 10 del decreto, che di fatto contempla la preselezione per titoli come un passaggio obbligato per tutte le amministrazioni senza distinzione in quote di riserva, potrebbe applicarsi anche ai concorsi pubblici per i quali il bando è già stato pubblicato, ma non si è tenuta ancora alcuna prova concorsuale. Fino al “permanere dello stato di emergenza” fissato per ora al 30 aprile è facoltà delle Pubbliche amministrazioni decidere se prevedere la fase di valutazione dei titoli al posto della preselettiva, dandone comunque “tempestiva comunicazione ai partecipanti ”. Ne consegue che il bando in tal caso dovrebbe essere riscritto e quindi si riaprirebbero di nuovo i termini per l’iscrizione.

Sparirebbero di conseguenza le prove preselettive, le prove scritte e orali che hanno assicurato il rispetto del principio di imparzialità, economicità e celerità, per esser sostituite da un'unica prova scritta digitale e un'eventuale prova orale. Nell'elenco dei bandi che potrebbero subire le modifiche figurano anche i bandi per:

  • 1512 posti al Comune di Roma;
  • 2133 funzionari Ripam;
  • 1514 funzionari Ministero del Lavoro, Inail, Inl;
  • 23 contabili ministero della Giustizia;
  • 142 assistenti tecnici ministero della Giustizia;
  • 1226 funzionari Agenzia delle Dogane;
  • 210 funzionari giuridico pedagogici ministero della Giustizia;
  • 400 collaboratori ministero Affari Esteri;
  • 1129 funzionari e assistenti Arpal Puglia;
  • 305 posti Aci;
  • 15 avvocati Inps.