E' stata pubblicata sul Sole 24 ore la classifica sulla qualità della vita relativa alle 110 provincie italiane. Sono 6 i settori presi in considerazione per il punteggio finale, e cioè: 1) reddito, risparmi, consumi; 2) affari, lavoro, innovazione; 3) ambiente, servizi, welfare; 4) demografia, famiglia, integrazione; 5) giustizia, sicurezza, reati; 6) cultura, tempo libero, partecipazione.
La Provincia di Lecce ha ottenuto un deprimente 92° posto con 394 punti, per effetto di alcuni indicatori abbastanza deficitari, come per esempio, affari, lavoro, servizi e tempo libero.
E' la triste realtà di un territorio che tarda a svilupparsi, secondo criteri ormai consolidati di efficienza dei servizi o delle politiche a sostegno del lavoro per i giovani. Abbiamo estrapolato alcune voci, tra i sub settori che contribuiscono in maniera negativa sul risultato finale. Qualche esempio? Lecce è al 91° posto per il tasso di disoccupazione totale, 92° per quello giovanile, 95° per asilo prima infanzia e indice di sportività, 95° per furto d'auto ogni 100.000 abitanti. Si tocca quasi il fondo con il Pil pro-capite (104° posto) e pensioni media mensile (105° posto).
Lecce, risale di 13 posizioni
L'unica consolazione è rappresentata dal 9° posto per i borseggi e scippi in genere, l'8° per i protesti e dal 9° posto per il numero dei laureati ogni mille giovani.
In generale la Provincia di Lecce è risalita di 13 posizioni, rispetto allo scorso anno quando era al 105° posto su 110 provincie. Ma certamente c'è ancora molto, moltissimo da fare.
Per completezza di informazione queste sono, in ordine, le prime dieci provincie del nostro Paese: Aosta, Milano, Trento, Belluno, Sondrio, Firenze, Bolzano, Bologna, Udine e Trieste.
Per incontrare una Provincia del Sud occorre scendere fino al 55° posto dove troviamo Oristano. Anche questo un ennesimo segnale, un'altra impietosa radiografia di un'italia che viaggia a due velocità, che non riesce a colmare il gap socio-economico tra Nord e Sud, a riprova, in buona sostanza della fallimentare programmazione politica dei nostri governanti.