ll sistema imprenditoriale, in Italia, è in crisi? Forse, ma nel Salento aumenta il numero delle aziende con un tasso di crescita pari all' 1,39% contro lo 0,7% della media nazionale. Il maggior contributo viene non solo dai comuni con forte attrazione turistica come Lecce, Gallipoli o Nardò, ma anche dai piccoli e medi centri del Salento come Galatina, Copertino, Casarano, ecc. E' il dato risultante dalla Camera di Commercio di Lecce, nell'ultimo trimestre del 2016, sulla base delle nuove aperture aziendali. Il saldo tra le imprese aperte e quelle che hanno chiuso i battenti, complessivamente nell'ultimo anno è di 994 imprese in più per effetto di 5.283 nuove iscrizioni contro 4.289 dismissioni.

E' un segnale di ripresa, il migliore dal 2010 che secondo i dai Istat promuove il nostro territorio al 2°posto nella regione Puglia, dopo il dato di Foggia (+1,43%). L'altro dato incoraggiante proviene dai giovani, un'impresa su tre è frutto della loro iniziativa ed i settori maggiormente interessati alla crescita sono l’agricoltura, le attività professionali ed, ovviamente, quelle di servizio legate al turismo. Notevole l'incremento dei servizi di alloggio e ristorazione e le agenzie di viaggio che hanno chiuso il 2016 con un incremento del 4% in più rispetto al 2015. In assoluto, tra le principali novità, crescono le attività professionali (+3,88%) e i servizi alla persona (+2,11%). Interessante la classifica dei comuni più dinamici che vede al primo posto realtà come Arnesano, Surano e Santa Cesarea Terme, con tassi di sviluppo che superano il 4%.

In questo quadro consolatorio si innesta, invece, una piaga che investe il nostro territorio che riguarda il mancato rispetto delle norme di salute e sicurezza sul lavoro. Si parla di "morti bianche" che purtroppo ogni anno si ripetono, puntualmente in Italia, un fenomeno intollerabile in un paese moderno e industrializzato.

Anche qui i dati provenienti dall'Inail testimoniano una triste realtà, che ha fatto registrare 749 vittime sul lavoro.

Il dato è solo parziale in quanto la rilevazione statistica sta completando il proprio lavoro e si parla di altri 269 casi, e' un dato in diminuzione rispetto al 2015, ma c'è molta strada da fare.

Il triste primato appartiene al Sud Italia, la maglia nera a Matera mentre Aosta è la più virtuosa non avendo registrato nessun caso di decesso.

La provincia di Lecce occupa una posizione intermedia, è al 46 posto con 9 decessi ed un tasso di incidenza sugli occupati del 40%. Tra le altre provincie della Puglia Brindisi è 26esima, Foggia sesta , mentre Taranto è al 66esimo posto e Bari all'88esimo.

I settori più a rischio sono quelli edili e manufatturieri, spesso per l'incuria della messa in sicurezza delle strutture e lo scarso equipaggiamento dei lavoratori.

Lapidario il commento del segretario generale Uil di Lecce, Salvatore Giannetto che parlando delle cause ha detto, fra l'altro ' .... nel settore dell’edilizia, vengano impiegati lavoratori anziani che salgono sulle impalcature a sessant'anni e non a caso il sindacato sta portando avanti una battaglia affinché i lavori usuranti e pericolosi godano di particolari tutele...'

Quindi, un territorio che da una parte mostra evidenti segnali di ripresa economica, grazie all'inventiva ed all'iniziativa giovanile ma dall'altro fotografa in pieno una situazione ancora deficitaria sulle condizioni del lavoratori.

Non si può tollerare una cultura basata sul risparmio del costo del lavoro in termini di sicurezza e prevenzione. L'occupazione nel nostro territorio non può fare rima con sfruttamento e lavoro nero, in quanto la drammaticità degli eventi trovano terreno fertile proprio con queste discriminanti. Insomma, si allo sviluppo delle imprese, si agli investimenti per creare nuove opportunità di lavoro, ma parallelamente più controlli e sanzioni severe per chi non rispetta e tutela la salute e la dignità dei lavoratori.