Nel 2014 nelle sale cinematografiche italiane è uscito "Allacciate le cinture" del regista Ferzan Ozpetek, pellicola girata principalmente nella città di Lecce e grazie al grande schermo nel capoluogo salentino e nell'immaginario collettivo dei leccesi è stata fatta rivivere una struttura ubicata nei pressi di Porta Napoli che da tempo immemore è abbandonata a sé stessa.

L'ex stazione Agip

Nel film l'ex stazione Agip era diventata un bar/luogo di ritrovo ed è simile la destinazione d'uso alla quale il Comune ha pensato. L'immobile che si trova lungo il Viale dell'Università, vicino l'Obelisco, è stato acquistato dal Comune di Lecce per 45.000 euro.

Ma questa struttura rappresenta molto di più che una ex stazione di benzina ormai desueta. Si tratta, infatti, di uno dei pochi esemplari esistenti di stazione di servizio tipizzata realizzata dall'architetto e urbanista Mario Bacciocchi, il quale negli anni Cinquanta realizzò le stazioni di servizio tipizzate per l'Autostrada del Sole. Stiamo parlando della A1 Milano- Napoli, che all'epoca fu fortemente voluta dal Governo al fine di rilanciare l'economia del Paese.Tra quelle realizzate dall'architetto ci fu anche quella di Lecce, commissionata da Enrico Mattei, il numero uno di Eni.

Il bando e la destinazione d'uso

Si deve anche al regista turco naturalizzato italiano la crescita dell'attenzione in merito all'immobile.

Il Comune di Lecce ha pertanto promosso un bando per la gestione della struttura che, però, scadrà tra pochi giorni, esattamente lunedì 3 aprile 2017. Il progetto di recupero della struttura è stato avviato dal Comune leccese in collaborazione con la Sovrintendenza Archeologica, Belle Arti e Paesaggio di Lecce, Brindisi e Taranto.

Se nel film di Ozpetek con Francesco Arca e Kasia Smutniak l'ex stazione era un affollato locale, nella realtà la sua destinazione d'uso potrebbe essere molto simile. Queste sono le attività che potranno svolgersi all'interno della struttura che sarà gestita dal vincitore del bando pubblico indetto: “Attività culturali quali mostre ed esposizioni, servizio somministrazione alimenti e bevande, gestione caffetteria e punto ristoro, bookshop, libreria“.

I costi stimati per il recupero si aggirano sui 380.000 euro. Potrebbe diventare, quindi, il centro nevralgico della città e dare vita ad un punto che in molti guardano con nostalgia e malinconia ma che a breve potrebbe rinascere dalle proprie ceneri.