Con la fine di ottobre si chiudono per l'ultima volta anche i cancelli di Expo 2015, ed è tempo di bilanci per il Governo, Milano e l'Italia intera. Il nostro Paese si è trovato sotto i riflettori a livello internazionale ben prima che l'esposizione universale cominciasse, con una serie di denunce e scandali riguardanti i lavori edilizi e gli appalti della manifestazione. Per ultimare i lavori, infatti, è stato necessario che Renzi e Cantone ci mettessero la faccia, riconfermando tutti gli impegni presi in un momento in cui la polemica politica infuriava ed Expo 2015 era percepito come l'ennesimo scandalo italiano.
Vale la pena, dunque, tracciare un bilancio di questi sei mesi milanesi.
Per iniziare, oggi la cronaca elogia il 'modello milanese' che ha reagito agli scandali e ha funzionato nel garantire la legalità e la fine dei lavori. Tanto che adesso tale modello viene invocato anche per Roma Capitale, dove infatti arriva in questi giorni, per garantire il pieno funzionamento del Giubileo straordinario, quel Commissario Tronca che si è fatto apprezzare a Milano. Ma è entrando ad Expo, per vedere cosa è successo durante i sei mesi lungo il "Decumano", che si può notare come le attrazioni non siano certo mancate. L'area del cosiddetto "Cardo" non si è presentata né come quella piastra di grigio cemento che ci si attendeva durante i lavori, né come quel paradiso fatto di acqua e strutture leggere che veniva descritto dai primirendering.
Si è arrivati, piuttosto, a un compromesso: un po' di verde è comparso, insieme a tanti colori e a Padiglioni interessanti come quelli del Brasile, la cui rete pedonale è diventata un must, o del Giappone, che ha stupito con le sue meraviglie hi-tech.
Tante le passerelle internazionali, dalla Merkel a Bono Vox
Anche il Padiglione Italia ha destato molta curiosità, anche se pian piano è stato scalzato come vero simbolo di Expo 2015 dall'Albero della Vita.
Una struttura che, dalla diffidenza iniziale del pubblico, è divenuta iconica e adesso si vorrebbe spostare in una piazza della città, per avere un monumento che in qualche modo ricordi l'Atomyum di Bruxelles e la Torre Eiffel di Parigi, anche loro costruiti per i rispettivi Expo. Numerose, ovviamente, sono state le passerelle degli ospiti internazionali, tra le quali si ricorda quella di frau Merkel, che dichiarò il suo gradimento con un laconico "L'Expo mi piace".
Bono Vox degli U2, arrivato il 6 settembre, parlò apertamente bene della manifestazione e del Premier italiano. Entrambe le personalità furono fotografate insieme al Presidente del Consiglio Matteo Renzi, che almeno dal punto di vista mediatico ne uscì vincitore da tutta l'operazione.
Auto e alimentazione guidano il made in Italy
Altro momento interessante è stato il lancio internazionale, il 24 giugno, dell'Alfa Romeo Giulia. Una scommessa made in Italy che vista oggi, con il senno di poi dello scandalo "Dieselgate", dà lustro internazionale all'industria automobilistica italiana e a Sergio Marchionne. Ma è stato il settore 'alimentazione' il vero asset strategico per l'Italia, che ha intitolato "Nutrire il Pianeta" il tema di Expo 2015.
Di ieri le parole del Presidente della Repubblica Mattarella sulla domanda internazionale "...di Italia, di bellezza italiana, di cultura italiana, di gusto italiano". Il tema dell'alimentazione, considerati i recenti allarmi dell'OMS su carni e insaccati, potrà aiutare un'Italia che ha fatto conoscere al mondo le sue eccellenze. Infatti ad Expo 2015 sono stati approfonditi i temi della filiera produttiva italiana, dell'origine controllata e protetta e dei presidi slow food. Per finire, i freddi numeri: secondo Vincente Loscertales, rappresentante della Banca Europea Investimenti, sono stati ben 21.500.000 i visitatori di Expo, un risultato superiore a quello auspicato dal commissario Giuseppe Sala.