“Il bullismo è un fenomeno che preoccupa”. Così il Santo Padre ha aperto il suo discorso nel pomeriggio di sabato 25 marzo allo Stadio San Siro, davanti a 80.000 cresimandi della Diocesi di Milano.

Le parole del Papa ai ragazzi

“Nel vostro quartiere o nella vostra scuola c’è qualcuno che prendete in giro? Vi fate beffa di lui? Magari perché ha qualche difetto… Lo picchiate? Pensate. A voi piace? Ecco, questo si chiama bullismo” – ha proseguito Papa Francesco, dialogando direttamente con gli adolescenti presenti. Poi rivolgendo lo sguardo a tutto quel grande pubblico attento, silenzioso, in ascolto ha chiesto “Promettete di non prendere mai in giro in modo pesante e di fare in modo che nessuno lo faccia?” E tutti, tutti e 80.000 con voce intensa hanno risposto – “Sì!”.

Questione di coraggio

Un dialogo aperto, vivace, come quello che dovrebbe accompagnare la crescita di tutti gli adolescenti affinché crescano forti e non debbano subire le prevaricazioni di chi si fa branco per aggredire e sopraffare il più fragile. Di questo ha voluto parlare Papa Francesco e da questo tema è partito anche Andrea Ballabio, in arte Ciccio Pasticcio, per intrattenere i giovani intervenuti al Meazza di Milano. Ha raccontato la storia di Luca, un ragazzo semplice e taciturno con l’unica colpa di essere “un secchione”. Quando la famiglia attraversa un periodo di difficoltà economiche, non può permettersi gli abiti firmati e le scarpe di tendenza e da un gruppo di bulli viene preso di mira.

Gli scherzi si fanno sempre più pesanti, finché un compagno trova il coraggio di parlarne con il professore di educazione fisica e tutto cambia. Il CORAGGIO è la chiave per fermare il bullismo e insieme si può fermare il bullo.

Il valore dell'amicizia

L’amicizia diventa allora un messaggio importante, un valore che in oratorio cresce spontaneo quando si gioca insieme e insieme si impara a rispettare l’altro.

Questo è ciò che da anni fa Pepita Onlus non solo negli oratori, ma nelle scuole e nelle associazioni sportive, al fianco dei ragazzi, ma anche delle loro famiglie.

“Il bullismo ha tante facce” – ha commentato Ciccio Pasticcio – “ma se impari a riconoscerlo, trovi la forza di parlarne. La prevenzione passa attraverso l’alleanza educativa tra tutte le figure adulte che gravitano attorno ai ragazzi e la responsabilizzazione attiva che riusciamo a far emergere in loro.

Dobbiamo renderli più consapevoli del fatto che le azioni hanno delle conseguenze e le parole “fanno più male delle botte”, per citare le ultime parole della lettera di Carolina Picchio, suicida a 14 anni sopraffatta dalle offese sul suo profilo social”.