Apre domani a Milano all'Istituto Gonzaga di via Vitruvio #SOLOPERTE, la prima mostra itinerante dedicata al sexting. Sarà a disposizione del pubblico dalle ore 8 alle ore 16 fino al 5 maggio, a eccezione della chiusura straordinaria per il 1 maggio.
Che cos'è il sexting?
Si parla tanto di sexting, ma pochi ancora ne conoscono il significato e ne comprendono le conseguenze. Il sexting deriva dall'unione di due parole: Sex e Texting, cioè scrivere e condividere messaggi a sfondo sessuale. Letteralmente, quindi, identifica una pratica tanto diffusa quanto pericolosa che coinvolge adolescenti, ma anche preadolescenti e adulti, e si arricchisce sempre più spesso di foto e perfino video dal contenuto esplicito, con riferimenti erotici o provocanti.
Cosa dicono i dati
Secondo una ricerca condotta in sedici regioni italiane dalla cooperativa sociale Pepita Onlus, che da 13 anni si dedica agli adolescenti e alle problematiche legate alla crescita, su un campione di 2.800 soggetti, sia ragazzi che ragazze, a cui è stato somministrato un questionario a scuola, in oratorio e in alcune associazioni sportive, ben il 73% ha dichiarato di aver ricevuto, anche senza chiederlo, messaggi, foto o video a sfondo sessuale. Indagando sulla ragione che li ha spinti a condividerli, il 29,5% ha risposto 'per sentirmi figo', il 23,79% 'perché era divertente', il 16,30% 'per farmi accettare'. Il 10% degli adolescenti (1 ragazzo su 10) ha scattato selfie intimi e il 3% li pubblica sui propri profili social per farsi notare o appartenere alla massa.
Quali conseguenze
Uno scherzo? Il bisogno di una conferma? Un gioco? Una prova d'amore? Forse. Il più delle volte, un errore che si paga, perché il sexting, quando supera la misura e nuoce a chi lo vive, può provocare isolamento e ansia, ripercuotersi a livello psicologico, mutando le abitudini di vita e nuocendo al rendimento scolastico.
Con il rischio di lasciare questi giovani nel vuoto ed esporli a ulteriori rischi dovuti alla loro fragilità.
Perché una mostra?
Perché i ragazzi hanno bisogno di essere guidati e meritano di avere accanto adulti responsabili che li aiutino a fare scelte di cui non debbano pentirsi. Perché legati al sexting, come al cyberbullismo, per il solo fatto di diffonderli nel Web, si configurano reati, di cui i ragazzi neppure conoscono l'esistenza: come la diffamazione, il trattamento illecito di dati personali, lesioni e perfino stalking.
Perché ciò che posti non è più tuo e in Rete è per sempre.
Per tutte queste ragioni la mostra nasce da un'idea di Pepita Onlus e Dajko Comunicazione - che ha lavorato pro bono - per provocare i ragazzi, attirando la loro attenzione con immagini forti, capaci di risvegliare la loro coscienza e ristabilire un equilibrio. L'unico modo per difendersi, per fare prevenzione, è agire direttamente sui ragazzi e sui loro educatori, siano essi i genitori, la scuola, gli istruttori e gli animatori in oratorio nei camp estivi.
L'allestimento è pensato per essere montato direttamente dai ragazzi e dai loro insegnanti e si struttura in 19 pannelli numerati, leggeri e autoportanti. Ciascun pannello contiene una foto e una didascalia, giocata sulla chat immaginaria tra Asia - la protagonista - e il suo ragazzo.
Le immagini tendono a dissolversi lungo il percorso, per ricreare la sensazione di annullamento, conseguenza della perdita di identità e controllo con l'esposizione della propria nudità in Rete. Quelle immagini sfocate diventano lo specchio dell'animo di Asia, persa in una storia che credeva Amore.
La mostra è patrocinata da Regione Lombardia e dall’Ufficio Scolastico Regionale ed è a disposizione delle scuole che ne faranno richiesta attraverso il sito www.soloperte.org.