Vincenzo Restivo (Caserta, 34 anni) insegna lingue e letterature straniere. E' attivista per i diritti degli omosessuali, tramite l'associazione RAIN Arcigay Caserta. Le sue opere di narrativa trattano dei difficili rapporti familiari e del passaggio da adolescenza ad età adulta. E' al suo quinto romanzo. Stiamo parlando de "La Santa Piccola" (Napoli 2017, Milena Edizioni).
Il Circolo Culturale TBGL "Harvey Milk" di Milano ha invitato Restivo nel capoluogo lombardo per presentare la sua ultima opera. L'incontro si è tenuto alla Libreria Antigone (via Kramer, 20), il 24 marzo 2017.
Col giovane scrittore, c'erano il suo attuale editore, con Davide Amato (membro del "Milk", attivista bisex) e Mauro Muscio (uno dei gestori della libreria).
Il saluto del Milk
Davide Amato ha aperto il pomeriggio in nome del Milk. Ha parlato dello scopo principale del circolo: combattere il binarismo, l'insieme di cliché legati all'essere uomo o donna, che non sono in grado di esprimere tutta la personalità di ogni irripetibile individuo umano. Per questo, il Milk si concentra su tematiche transgender, queer, agender, genderfluid.
Grande attenzione, nelle attività culturali del Milk, è posta anche sulla vita spirituale delle minoranze sessuali, sia pure in un ambito laico. L'introduzione di Davide si è conclusa con una dedica al compianto Alessandro Rizzo, giovane e amatissimo vicepresidente del circolo, stroncato da un malore fulminante nei mesi scorsi.
"La Santa Piccola": un romanzo cinematografico e difficile
A Vincenzo Restivo, l'idea per "La Santa Piccola" è stata data da un caso di pedofilia che è costato la vita a una bambina. Il romanzo è ambientato a Forcella, un quartiere povero di Napoli. Mario, Lino e Assia sono tre diciassettenni che qui vivono e qui sperimentano i propri primi drammi d'amore.
Vicino a loro, abita anche Annaluce, "la Santa Piccola": una bimba che ha la fama d'avere visioni mariane e stigmate.
Mario e Lino, per bisogno, si prostituiscono con uomini della "Napoli bene". Ma, guadagni a parte, nessuno dei due è felice. Lino sogna di sposare Assia, benché i genitori di lei non lo vedano di buon occhio.
E Mario... aspetta solo che Lino si innamori di lui. Perché gli altri uomini non gli piacciono, ma Lino sì. Davanti a lui, la bocca gli si secca e uno strano desiderio lo solletica...
Neorealismo e denuncia ne "La Santa Piccola"
Vincenzo Restivo ha concepito "La Santa Piccola" come un libro di denuncia: quella di un mondo dove il denaro può comprare l'innocenza. Quella di un conflitto combattuto all'insaputa dei protagonisti: la guerra contro i sentimenti e contro un segno forte come il bacio. I "veri maschi" possono masturbarsi tra loro, ma il bacio è un'altra cosa: è l'ingresso nell'emotività. E l'emotività rende debole chi non può permettersi di esserlo.
L'ispirazione viene anche dal cinema neorealista.
Durante l'incontro, Restivo ha spiegato di aver concepito il romanzo come una serie di "confessionali" in cui i protagonisti si raccontano di fronte a un'ideale telecamera. Molto realistica è anche l'impronta del linguaggio, ricco di termini napoletani. La conclusione è contemporaneamente spietata e aperta.
La prefazione di Claudio Finelli al romanzo definisce i tre protagonisti "i vinti 2.0". Come i personaggi di Verga, lottano per un riscatto che non ci sarà. Sono accomunati dal fatto di essere ciò che non sanno di essere. L'unica speranza sembra provenire dalla Santa Piccola: uno sprazzo di poesia (come dice Finelli) piccola e bugiarda.