Si è svolto il 6 marzo 2017, a Milano nella sala Biagi di Palazzo Lombardia, il seminario dal titolo “Sistema ITS: opportunità di crescita professionale e culturale nell’alta formazione tecnica”

Gli Istituti Tecnici Superiori sono "scuole ad alta specializzazione tecnologica", nate per rispondere alla domanda delle imprese di nuove ed elevate competenze tecniche e tecnologiche.

La giornata di formazione rivolta ai Dirigenti Scolasti ed ai docenti responsabili dell’orientamento in uscita delle scuole secondarie, organizzato dall’Ufficio Scolastico Regionale della Lombardia, ha avuto un notevole successo di partecipazione.

I 152 corsi ITS svolti nel triennio hanno registrato una crescita esponenziale e nel corrente ne sono stati attivati 73, solo in Lombardia, coinvolgendo circa 1600 studenti con un finanziamento pubblico di 7 milioni di euro. Una forte e motivata politica di inserimento lavorativo ha portato ad avere 89 apprendisti di terzo livello e, per una fondazione a Bergamo, l’avvio del percorso di apprendistato di ricerca, ossia istruzione accademica con contratto di lavoro in essere, per 10 studenti.

Le cause di questo evidente successo stanno nei risultati finali: su un totale di 792 diplomati, a sei mesi dalla conclusione, ben 600 risultano assunti con un contratto di lavoro stabile. Corsi con la maggior parte dei docenti provenienti dal mondo professionale e con un terzo delle ore in alternanza non ben visti dalla Scuola tradizionale.

Eppure, è emerso chiaramente dal dibattito, è un grosso errore trasmettere alle nuove generazioni le stesse competenze che hanno trasmesso a noi: gli studi ipotizzano che entro il 2025 la metà dei lavori attuali non saranno più presenti nel mercato del lavoro. Le new skill legate a Jobs innovative richiedono sempre una cultura di base, ma soprattutto competenze tecnico scientifiche innovative, calate in manualità pratica.

Nel futuro mercato del lavoro, oltre il 60% riguarderà knowledge works (lavori della conoscenza), il 10% artigiani dall’intelligenza manuale e la parte residuale manovalanza di basso profilo e facilmente interscambiabile. Non è più possibile avere scuole che insegnano a pensare e scuole che insegnano a fare.

Se vogliamo risolvere il problema della disoccupazione giovanile, ma dobbiamo creare personale che nella stessa figura, progetterà, gestirà le tecnologie e i sistemi complessi socio-tecnici, nelle aree tecnologiche strategiche per lo sviluppo economico e della competitività che costituiscono il segmento di formazione terziaria non universitaria.

Tecnici che non dovranno inserirsi in una scala piramidale di lavoratori, ma rientrare in uno staff in grado di gestire criticità e fare innovazione. Le nuove politiche attive del lavoro devono avere degli obiettivi strategici, quali l’alternanza, il rafforzamento degli uffici di Placement delle scuole superiori e nuove forme di orientamento al lavoro, quali i nuovi corsi ITS previsti anche nella legge 107.

I dati italiani indicano in circa 5000 gli alunni di questi corsi nel corrente anno, con un investimento finanziario pubblico notevole, ma lontanissimi dai numeri dei sistemi esteri, in Germania circa 800.000. Fondazioni autonome che gestiscono i corsi, con tutti i vantaggi che questo comporta, ma con il rischio concreto della chiusura, essendo il finanziamento pubblico di tipo premiale che, essendo distribuito su risultati qualitativi, quali la percentuale di diplomati inseriti nel mondo del lavoro, verranno tolti a quei corsi che dopo tre anni non rispetteranno i criteri richiesti.

Sistema che ha bisogno di farsi conoscere e acquisire parità con i percorsi universitari, sia per ampliare il numero di diplomati in uscita, sia per poter selezionare i diplomati delle scuole superiori in entrata: un sistema di eccellenza deve poter contare su alunni capaci e motivati.