Grandi speranze si erano diffuse nella popolazione quando, il Partito Popolare, nato a seguito della dissoluzione della Democrazia Cristiana, si propose come moralizzatore della vita politica italiana, inserendo fra i suoi principi, il limite dei due mandati elettorali. Rinnovo della politica, rottamazione dei politici utilizzando il limite dei due mandati elettorali fra i presupposti del grande successo di un politico di nome Matteo Renzi, che non riuscendo a mantenere integralmente quanto promesso, si è ridotto a un insoddisfacente 19%, perdendo milioni di elettori, dei quali, almeno due milioni passati ai nuovi moralizzatori della vita politica, utilizzanti e applicando, per ora, anche la chimera dei due mandati elettorali.

Alle ultime elezioni il M5S è stato il partito più votato, e rivendica la responsabilità della Presidenza del Consiglio. Al secondo posto, per consensi, si colloca il Pd con il 19%, al terzo posto, la Lega con il 18% e principale partito della coalizione di centrodestra.

Doveri dei parlamentari

Un dovere istituzionale e politico dei parlamentari è confrontarsi sui temi e sui contenuti ed arrivare a delle mediazioni, meglio se slegate da interessi e spartizioni di poltrone, che consentano la creazione di una proposta di governo, che abbia una maggioranza certa. Il tempo e le tattiche per posizionarsi in vista di una soluzione sono terminate e come ha lasciato intuire il presidente Mattarella i tempi sono maturi.

Ci vuole un governo di cambiamento che presti particolare attenzione ai problemi sociali, e faccia le cose semplici che chiedono gli italiani, come la moralizzazione della vita pubblica e un piano di investimenti mirato a creare lavoro.

Quale governo?

L' unica soluzione possibile, è evidentemente una unione di intenti fra M5S e Partito Democratico, visto le tante idee elettorali comuni ed anche le tante cose fatte assieme nella precedente legislatura.

L'alternativa M5S e centrodestra non risulta attuabile, essendo la coalizione legata a Berlusconi, frutto di intese e compromessi non ulteriormente declinabili nel confronto con Di Maio e con la gran parte del suo elettorato, tendenzialmente di sinistra.

Il sacrificio richiesto al PD, che potrebbe presentarsi con ministri apprezzati per il loro lavoro, leggi Minniti, permetterebbe a questo partito di liberarsi dai condizionamenti dei poteri forti che hanno caratterizzato l'operato dei precedenti governi, per cui molte riforme ottime negli intenti, sono uscite con mediazioni non comprese dagli italiani.

Sacrificio e responsabilità istituzionale che nel caso di risultati apprezzabili, permetterebbe nel prossimo futuro ad un recupero, per il P.D., sia degli elettori che mal sopportano gli estremismi di destra di sinistra, sia dei due/tre milioni di suoi elettori che per punirli delle disillusioni create, hanno votato il M5S.

Fatti i conti , il ritorno di un consenso che lo riposizionerebbe, in un ruolo fondamentale con la fiducia di un terzo dell'elettorato.