Milano:Una celebre locuzione latina afferma: "Nomen omen" e significa che nel nome di una persona è racchiuso il suo destino. Così, oggi, come ieri, la scelta dei nome da dare al proprio bimbo o alla propria bimba è un momento importante e delicato per tutti i genitori. Se fino a qualche anno fa si prediligevano i nomi della tradizione (con una preferenza per quelli dei nonni), ora, sempre più genitori optano per nomi originali, che ricordano quelli dei protagonisti di film e serie tv oppure evocano luoghi esotici o, ancora, cose e colori. E, così, accanto ai classici "Bianca" e "Bruno", fa capolino il più originale "Blu".

La chiameremo Blu

Un anno e mezzo fa una coppia di Milano decide di chiamare la loro bambina Blu. Un nome insolito, ma non troppo. Secondo i dati forniti dall'Istat, ogni anno, in Italia, ci sono, tra maschietti e femminucce, sette bambini che vengono Blu. Quando papà Luca si è recato all'Ufficio Anagrafe per provvedere a registrare la nascita della figlia, l'impiegato l'aveva avvertito: "il nome è particolare: potreste essere richiamati". L'eventualità, però appariva alquanto remota e nessuno, a un anno e mezzo di distanza, pensava di ricevere una lettera di convocazione da parte della Procura della Repubblica di Milano.

"Non potete chiamarla Blu"

La Procura ha convocato, questo giovedì. i genitori della piccola Blu per rettificare l'atto di nascita.

Nella lettera di convocazione si legge che in considerazione del fatto che il nome è legato all'inglese Blue (chiaro riferimento al colore), il nome proprio Blu non può, in maniera inequivoca, "ritenersi attribuibile a una persona di sesso femminile". Per questo motivo, secondo il Tribunale, l'atto di nascita dovrà essere rettificato e si dovrà anteporre a Blu un altro nome onomastico di genere femminile.

Quel nome potrà essere indicato, nel corso del giudizio, dai genitori. Dunque, se il papà e la mamma di Blu non si presenteranno con un nome alternativo, sarà il giudice a decidere come si chiamerà la bambina.

L'articolo 35 del Dpr 396/2000

La magistratura milanese ha fatto riferimento all'articolo 35 del Decreto del Presidente della Repubblica 396/2000 in base al quale il nome che i genitori impongono al nascituro deve corrispondere al sesso.

Dopo ormai un anno e mezzo, però, la convocazione del Tribunale di Milano ha creato non pochi problemi. Il nome della bimba, fanno notare, è riportato dappertutto e anche lei, ormai, si è resa conto di chiamarsi così. Papà e mamma, statistiche Istat alla mano, nei prossimi giorni tenteranno di far cambiare idea al giudice.