I Carabinieri del Comando Provinciale di Napoli hanno arrestato 42 persone considerate come affiliate al clan Longobardi-Beneduce, che ora dovranno rispondere di diversi capi di accusa, ovvero: associazione a delinquere finalizzata alla gestione del traffico di sostanze stupefacenti, estorsioni, appalti illeciti, lesioni personali aggravate, detenzione e porto abusivo di armi. Come riportato dal quotidiano "Il Mattino", l'operazione "Penelope bis" è stata effettuata alle prime luci dell'alba, sotto la guida della Direzione Distrettuale Antimafia, presso i quartieri popolari di Pozzuoli e Giugliano, nella zona flegrea.
Imprenditori e commercianti pestati per il pizzo
A quanto pare, stando alle ricostruzioni della Dda, si tratta di un vasto gruppo criminale, il cui scopo era quello di ricostruire un vecchio sistema delinquenziale che in passato, per diverso tempo, aveva esercitato il suo potere lungo il territorio di Pozzuoli. Per questo motivo erano stati presi di mira imprenditori e commercianti locali, i quali spesso venivano sottoposti a vere e proprie violenze fisiche pur di obbligarli a versare le quote pecuniarie per il pizzo. La banda non risparmiava nessuno, nemmeno i parcheggiatori abusivi, costretti non solo a versare la loro parte dei guadagni, ma addirittura obbligati a fare da vedetta agli spacciatori.
Subappalti truccati e droga proveniente dalla Spagna
Il clan non avrebbe risparmiato niente e nessuno, a tal punto che tra i suoi interessi economici sarebbero rientrati anche gli oltre 200 milioni di euro dei fondi PiuEuropa, tramite subappalti truccati per accedere ai fondi europei destinati al settore edilizio. L'aspetto più pericoloso riguarderebbe tuttavia il mercato della droga, che sarebbe stato riattivato con forza soprattutto dopo il ritorno in libertà del boss Gennaro Longobardi, con importanti carichi provenienti dalla Spagna e destinati al porto di Napoli.
Le estorsioni venivano imposte per poter ottenere i soldi necessari per finanziare il mercato della droga, ma anche per pagare gregari e famiglie di affiliati e associati finiti in carcere. Alla fine delle operazioni, i militari della squadra Radiomobile di Pozzuoli hanno sottoposto a sequestro anche armi e munizioni occultate nei caseggiati di Toiano.